mercoledì 10 gennaio 2018

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GLI SDRAIATI ( I, 2017)
DI FRANCESCA ARCHIBUGI
Con CLAUDIO BISIO, Gaddo Bacchini, Ilaria Brusadelli, Antonia Truppo.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Raccontare i ragazzi è molto più complicato di quanto possa sembrare: tanto più inquadrare un confronto generazionale, tra padri e figli, dicendo qualcosa di originale, non retorico, o comunque adeguato anche alla fase storica e al passo con i tempi. "Gli sdraiati" è stato un romanzo di successo di Michele Serra, e Francesca Archibugi ne ha tratto un film: il protagonista Giorgio Selva è un giornalista tv di fama nazionale, separato molto a malincuore da anni, che non riesce a relazionarsi come vorrebbe con il figlio diciassettenne Tito. E dire che al ragazzo concede molto, dal radunarsi con la cricca di amici in casa, includendo utilizzo delle chiavi dell'abitazione da parte di tutta la combriccola, rassetto della magione dopo il passaggio dei giovani, che non paiono curarsi granchè di ordine o minima considerazione della fatica altrui ( son appunto ragazzi, si dirà, ma se ne approfittano un pò troppo...), ma il figlio non perde occasione per mostrare la propria insofferenza alle domande, al confrontarsi del genitore. Anche se la pellicola è confezionata con cura, ben fotografata ed ambientata, inciampa in diversi clichès, elabora un quadro dei "giovanissimi d'oggi" abbastanza superficiale: con tutta la disponibilità possibile, difficile ricordare di aver visto, in un'opera cinematografica, una generazione in età verde che comunica a grugniti, vive di pretese e basta, e pure a livello sentimentale, non sembra saper esprimere molto di più ( su Whatsapp una crisi viene così risolta :  (Lui) "Ehi"; "Ahi"; "Oi",  (Lei) "Pace"). Bisio si limita a ripetere se stesso quando è stranito dalle situazioni, meglio Antonia Truppo in un ruolo affatto semplice ma ben reso dall'attrice campana, e comunque il più simpatico in scena è Cochi Ponzoni nei panni dell'ex-suocero del protagonista: tra i giovani, seppure espressivo, Gaddo Bacchini è di un'antipatia consistente, e Ilaria Brusadelli è una bellezza in fiorire che sembra trovarsi a proprio agio tra i chiaroscuri dei cambiamenti d'umore. Aggiungiamo personaggi buttati a caso nella storia, ma senza gran sviluppo, come la ragazza del bar della Rai che vorrebbe avere una storia con Selva, e un siparietto del tutto superfluo come l'intervista alla prima donna presidente del Consiglio, interpretata da Donatella Finocchiaro, e una seduta terapeutica in cui uno psicologo canuto, che ha il volto di Giancarlo Dettori, in una manciata di minuti spara domande decisive e pare trovare il nocciolo del problema tra i due personaggi principali. Se sull'introspezione il film non funziona quasi mai, una qualsiasi lettura in chiave sociologica è sballata, e la Archibugi gira il tutto con una vaga supponenza alla lunga irritante.  

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