giovedì 4 gennaio 2018

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CACCIA AL TESORO ( I, 2017)
DI CARLO VANZINA
Con VINCENZO SALEMME, CHRISTIANE FILANGIERI, CARLO BUCCIROSSO, Max Tortora.
COMMEDIA
E' palese, visto che sia nelle interviste che nel film stesso, la citazione è dichiarata: "Caccia al tesoro" guarda alla commedia all'italiana più tradizionale, quella degli Steno ( per ovvi legami familiari vanziniani), dei Risi e dei Monicelli, anche perchè "Operazione San Gennaro" e "Febbre da cavallo" vengono esplicitamente nominati. Un tempo la critica aveva battezzato "vanzinate" i film della ditta ( "factory" sembra un pò pomposo, no?) stroncandoli sistematicamente, spesso a ragione, e invece, com'è costume di molta stampa italica, ritrattare i giudizi negativi e dar loro una dimensione anche apprezzabile, arrivando a dire che "hanno, in qualche modo, raccontato l'Italia degli ultimi quarant'anni". Magari questa definizione, forse, è eccessiva, però è giusto dire che i generi cinematografici raccontano anche il tempo in cui vengono realizzate le pellicole, anche e soprattutto la commedia, che parla spesso della società in cui si svolge, anche attraverso l'ottica con cui vengono presentati storie e personaggi. Qui si vuole che l'attore Vincenzo Salemme, messo male economicamente, per una nobile causa ( l'unico nipote deve operarsi al cuore e necessitano tanti soldi) si associa ad un altro disperatuccio, Carlo Buccirosso, per compiere un furto colossale: mentre cercano, maldestramente, di fare la malandrinata, scoprono che altri due "colleghi" di crimine hanno avuto la medesima idea, Christiane Filangieri e Max Tortora. Tra Napoli e Cannes, una commediola abbastanza piatta, largamente prevedibile e che gioca le sue poche carte riuscite sull'affiatamento da vecchi compari di scena tra Salemme e Buccirosso ( attore sopraffino, quest'ultimo, che ha una presenza comica rara, e spesso mal sfruttata), e che arriva allo scontatissimo lieto fine, con omaggio a Napoli, sulle note di Pino Daniele con la splendida "Napule è". C'è pure il camorrista ringhioso che scopre un inusitato buon cuore, ma è un clichè ormai stantìo, di cui si poteva fare a meno, e toglie un mezzo punto al film. 

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