sabato 27 gennaio 2024


 
THE HOLDOVERS-Lezioni di vita ( The Holdovers, USA 2023)

DI ALEXANDER PAYNE

Con PAUL GIAMATTI, DOMINIC SESSA, Da'vine Joy Randolph, Carrie Preston.

COMMEDIA/DRAMMATICO 

Tra titoli assai riusciti ( "A proposito di Schmidt", "Sideways", "Nebraska") e qualcuno un po' meno ( "Downsizing- Vivere alla grande "), Alexander Payne ha realizzato, ad oggi una filmografia che inquadra personaggi a margine delle vite altrui, quelli a cui non si fa molto caso, e racconta le loro storie. Anche in "The Holdovers", il regista ambienta in New England, nel 1970 il racconto di un insegnante di lettere antiche che, per le vacanze di Natale, rimane nell' accademia in cui lavora e in pratica vive, a gestire quattro ragazzi di famiglia facoltosa, ai quali si aggiunge un altro, di indole ribelle e scontrosa: quando il padre di uno dei ragazzi viene a prenderli in elicottero per portarli a finire l' anno in una località di montagna, solo l' ultimo aggiunto rimane assieme al docente e alla cuoca nera, che ha da poco perso il figlio in Vietnam. Essendo il professore rigido e il ragazzo problematico, da subito partono screzi e scintille, ma, complice un viaggio a Boston i tre, e specialmente tra l' erudito ma spinoso insegnante e il giovane si svilupperà un rapporto, in due settimane, che segnerà entrambi. Fatto di piccoli quadretti che possono ricordare i "Peanuts" di Charles Schulz, "The Holdovers", come in altro cinema di Payne, è anche viaggio e scoperta di segreti e rivelazioni di punti nevralgici da parte di persone che tendono a non aprirsi al prossimo: nella felice ambientazione agli inizi di una decade oggi guardata come forse l' ultima dei grandi ideali e delle speranze per un futuro in un mondo migliore, il film è narrato con un'ironia gustosa, che attrae il sorriso dello spettatore pur lasciandolo sempre in punta di labbra, salvo chiudersi su un finale particolarmente toccante. La sobrietà dello stile del regista non lascia presagire una conclusione che all' improvviso può commuovere il pubblico: Paul Giamatti, giustamente candidato all' Oscar, impersona con aderenza notevole un tipo ispido eppure straordinariamente simpatico, che si è fatto forte di una serena infelicità, e pare un attore interessante il giovane Dominic Sessa, in un ruolo di ragazzo apparentemente viziato che via via svela una fragilità che non lascia indifferenti, e figura assai bene la scoperta Da'Vine Joy Randolph a completare il trio. Una commedia dai risvolti amarognoli che fa sì che ai perdenti che mette in scena , venga riconosciuta una solida dignità, e, in poco più di due ore, si arrivi a esser loro affezionati.

venerdì 5 gennaio 2024


 
ADAGIO ( I, 2023) 

Di STEFANO SOLLIMA 

Con PIER FRANCESCO FAVINO, Toni Servillo, Gianmarco Franchini, Adriano Giannini. 

NOIR

In una Roma lambita da un incendio di proporzioni bibliche, che rincara la canicola già copiosa di un' Estate particolarmente rovente, le storie di tre ex compari del sottobosco criminale tornano ad incrociarsi, per via del figlio di uno di loro: il ragazzo deve infiltrarsi in una festa privata dove tutto è concesso, per ordine di tre carabinieri corrotti e dagli intenti poco belli, che mostreranno una ferocia maggiore dei malavitosi caduti in una quieta disgrazia. Cammello ( Pier Francesco Favino), Daytona ( Toni Servillo) e PolNiuman ( Valerio Mastandrea) si erano allontanati in seguito a cose andate male, ma la sorte li fa ritrovare, nonostante rancori e la china sventurata che hanno preso i loro percorsi. È un bizzarro film natalizio, "Adagio", che Stefano Sollima orchestra come un reticolo che stringe le sue maglie via via che qualche personaggio ci rimette la pelle o la tensione monta. Ma è anche un noir metropolitano, che racconta la periferia allo sbando di una grande città in decadenza, e pone in contrasto il percorso di redenzione di chi si è messo sempre dal lato sbagliato della legge, e lo sprofondare nell' abiezione di chi invece dovrebbe difenderla. Sollima è un regista che dentro si porta un senso apocalittico della visione, e per arrivare alla conclusione, per dirci che forse c'è ancora speranza, e che i figli saranno meglio dei padri, imbastisce un telaio che sfocia nel western ( e cita il Mann di "Collateral" nel raccontare l'epilogo di uno dei personaggi principali). Notevole l' apporto degli interpreti, tutti bravi, ma è giusto dare menzione particolare a un Adriano Giannini, mai così bravo, nel dare muscolare furia a uno sbirro marcio dalla condotta spregevole.