domenica 25 gennaio 2015


CHEF-La ricetta perfetta (Chef,USA 2014)
DI JON FAVREAU
Con JON FAVREAU,Sofia Vergara,John Leguizamo,Scarlett Johansson.
COMMEDIA
Dopo aver realizzato due campionissimi di incasso globale come i primi due "Iron Man",rilanciato la carriera di Robert Downey jr. e,tra l'altro,aver seriamente avviato il processo di espansione dei fumetti al cinema,Jon Favreau ha probabilmente sentito il bisogno di girare un film più personale,e in piccolo,sebbene,in ruoli di contorno,"Chef" presenti nomi come Dustin Hoffman,Scarlett Johansson e lo stesso Downey. Il racconto di un importante cuoco,strapazzato su un blog alla moda,che dà fuori di testa e perde il lavoro,ma,rimasto,con un matrimonio andato all'aria,senza sostentamento e grandi prospettive,ritrova il gusto e la passione del proprio talento con il cibo di strada,può presentare analogie con il percorso artistico e professionale del robusto attore e regista."Chef",da non confondersi con l'omonima commedia francese,è un lungometraggio molto americano nello spirito,inteso come predicatore del credere soprattutto in se stessi,ed ai propri sogni,però alla fine risulta una commedia gradevole,anche se gracile in qualche snodo,e debole soprattutto sul versante sentimentale,happy end incluso.La prevedibilità di come si possa concludere l'avventura tra salse,fornelli e spezie dell'uomo furibondo e frustrato,che si riscopre padre e chef che incontra il favore della gente proponendole il meglio del suo estro e delle sue capacità,è abbastanza consistente,e la sceneggiatura salta disinvoltamente come si giunga alla conclusione.Però,anche se si può biasimare lo scarso utilizzo del trio d'assi citato sopra,va detto che John Leguizamo è un'ottima spalla,Sofia Vergara è un bel vedere e il rapporto con il figlioletto ha gli impacci e gli scatti d'entusiasmo che comporta un rapporto in costruzione.

MUD (Mud,USA 2012)
DI JEFF NICHOLS
Con TYE SHERIDAN,MATTHEW MCCONAUGHEY,Reese Whiterspoon,Sam Shepard.
DRAMMATICO
Due ragazzi,colti nell'età in cui l'infanzia è alle spalle,e l'età adulta ancora remota,sebbene paia così vicina da sfiorarla,trovano una barca incagliata su un albero,su un isolotto in mezzo al fiume,vicino casa:da questo spunto,che pare degno di una versione aggiornata degli eroi in età verdissima di Mark Twain,ha avvio un dramma che contempla l'incontro con un "dropout",un tipo poco raccomandabile chiamato "Mud" ("Fango"),che appunto si sta nascondendo da gente che lo cerca,ma verso i due ragazzi si comporta da fratello maggiore,e sta aspettando la ragazza che ama,per un appuntamento che forse non ci sarà.La disillusione verso i "grandi" coglierà il più sognatore dei due ragazzi,che dovrà confrontarsi con la scoperta delle sfaccettature varie dell'animo femminile,e il film si avvia verso un finale al sapore di western,con tanto di regolamento di conti al piombo,che non gli disdice. Fa parte della rinascita artistica di Matthew McConaughey,che negli ultimi tre anni ha colto numerose occasioni per conquistare stima e plauso di critica e pubblico,anche questo piccolo lavoro che non sfrutta forse ogni sua potenzialità,ma,soprattutto per quel che riguarda il percorso formativo del giovanissimo protagonista,ha tonalità giuste e ben definite,una sensibilità concreta e affatto balzana verso quel sentire a cuore nudo ogni novità come una tempesta,tipico dello sbocciare dell'adolescenza. Parti piccole per nomi non da poco come Michael Shannon,Sam Shepard,Joe Don Baker,e buone interpretazioni nelle poco semplici parti di due irrisolti,che avrebbero avuto ogni chance per una vita splendida,ma a causa del loro carattere attratti irrimediabilmente dal fallimento,da parte di Reese Whiterspoon e McConaughey.

giovedì 22 gennaio 2015


ALL IS LOST-Tutto è perduto (All is lost,USA 2013)
DI J.C.CHANDOR
Con ROBERT REDFORD.
DRAMMATICO
Un uomo solo e la sua volontà di sopravvivere.E d'intorno,il mare e il cielo.In "All is lost" c'è soprattutto questo:racconto apparentemente "piccolo",dato che in scena,oltre alla star Robert Redford,non ci sono altri interpreti,e neanche quasi parole,concentrate nel brevissimo monologo che apre il film,che è in pratica la lettera del protagonista ai suoi cari quando la sua considerevole speranza comincia ad esaurirsi,in realtà è un'avventura epica e che,nonostante le premesse possano un pò far titubare chi si accinge alla visione,appassiona e avvince.Navigatore solitario,a bordo di un bello yacht,l'Uomo (di cui non sapremo quasi niente,nome incluso,solo che è al largo di Sumatra) ha la sventura di beccare un container caduto da un cargo,che galleggia con terrificante sarcasmo in mezzo all'oceano aperto,e,con un danno pesante allo scafo,comincia l'odissea del protagonista:maltempo,radio e computer fuori uso,grande distanza da terra,pericoli sotto la superficie,la forza d'animo che nonostante la sagacia e la grinta del personaggio,a furia di colpi avversi viene meno.E nessuna traccia umana all'orizzonte,per giorni e notti. Diretto e scritto da J.C.Chandor,che dà tonalità di intenso livello alle inquadrature,contro l'azzurro impietoso e solido celeste,e in contrasto con il blu corposo e minaccioso quanto bellissimo del mare,con una fotografia ottima,anche nelle riprese subacquee,il film premia la bravura di un interprete sempre in tono,che fa a meno delle frasi scritte e si fa credibilissima vittima di circostanze contrarie e insieme coraggioso e caparbio esemplare umano che si ribella alla forza degli elementi e cerca di non soccombere.Forse la dimensione da "indie" non affascina abbastanza la Academy,perchè sarebbe stato un titolo meritorio di quattro o cinque candidature perlomeno,ma si raccomanda come omaggio al racconto di mare che nell'Ottocento aveva trovato magnifici firmatari quali Stevenson e Melville,ma anche come parabola sulle potenzialità umane,a dispetto della mancanza della tecnologia e della fortuna.

venerdì 16 gennaio 2015


THE EQUALIZER-Il vendicatore
(The Equalizer,USA 2014)
DI ANTOINE FUQUA 
Con DENZEL WASHINGTON,Chloe Grace Moretz,Marton Csokas,Melissa Leo.
THRILLER/AZIONE
Continuano le trasposizioni dei telefilm di successo degli anni Settanta e Ottanta sul grande schermo:"The Equalizer" è la versione per il cinema,di una serie che una trentina di anni fa è arrivata anche tramite il tubo catodico nostrano,qui intitolata "Un giustiziere a New York".Il protagonista Robert McCall è un tipo solitario,che apparentemente conduce una vita appartata,nella più quieta normalità,e passa le serate in una tavola calda,facendo quattro chiacchiere con una giovanissima prostituta di origini dell'Est europeo:non sapremo mai troppo dei precedenti di McCall,tranne che è un uomo con un passato oscuro,è stato nei servizi segreti,e che è meglio non fargli andare il boccone di traverso.Infatti,quando la ragazza viene pestata atrocemente dai papponi per i quali è costretta a lavorare,nel defilato personaggio principale scatta una furia che non conoscerà limiti ed esploderà cruenta.Fuqua non è un regista raffinato,e ormai lo sappiamo,ma sul piano dell'azione è un professionista abbastanza affidabile per condurre in porto un veicolo per star come questo:inizialmente sarebbe dovuto toccare a Russell Crowe il ruolo di McCall,poi è passato a Denzel Washington,che con il regista aveva già lavorato,in altri ruoli action.Il film,fino a quando tiene a freno il lato violento e più scontato del genere,si fa seguire,con qualche passaggio interessante,quale la ben definita solitudine del personaggio interpretato da Washington,il dialogo "a puntate" con la giovane sbandata:poi,naturalmente,quando emergono i soliti gangsters russi e ferocissimi,la cosa si fa risaputa,con la resa dei conti efferata (da un cavatappi usato come pugnale a vari sgozzamenti),e una scena discretamente improbabile come il criminale dell'Est che si spaccia per un poliziotto che va a fare qualche domanda al protagonista.Attore da due premi Oscar che non di rado gira pellicole in cui un ruolo da ammazzasette come questo,Denzel Washington è una versione moderna di vigilantes in stile Charles Bronson ,con un concetto di giustizia privata ancora più spietato e di infliggere punizioni assai crudeli,in un contesto in cui la polizia è solo corrotta o inutile,e interpreti di prima categoria quali Bill Pullman e Melissa Leo si accontentano di ruoli marginali,da due scene al massimo.

lunedì 5 gennaio 2015


LO HOBBIT-LA BATTAGLIA DELLE CINQUE ARMATE
(The Hobbit:Battle of the Five Armies,USA/NZ 2014)
DI PETER JACKSON
Con MARTIN FREEMAN,RICHARD ARMITAGE,Ian McKellen,Orlando Bloom.
FANTASY/AVVENTURA 
Alfin cala il sipario sulle avventure in Terra di Mezzo.Tutte le trame sospese nell'oscuro "La desolazione di Smaug" trovano soluzione,come era lecito aspettarsi,la storia d'amore tra il Nano Kili e l'elfa dai capelli rossi,l'assalto dei Nani guidati da Thorin Scudodiquercia all'oro difeso dal crudele drago Smaug,il suo lanciarsi con spirito vendicativo sulla città di pescatori che minaccia di sparire sotto il suo fuoco,l'avventura dello Hobbit Bilbo Baggins insieme alla squadra di Thorin,e la cattura di Gandalf il Grigio a Dol Guldur.Quasi due ore e mezza di scontri,battaglie,combattimenti all'ultimo sangue,per il capitolo più violento dell'intera saga,e un ritorno ad un'epica che conduce alla novella di guerra,in un racconto denso,che non dimentica "L'ultimo dei mohicani" in versione Michael Mann:quello che lasciava perplessi,se c'era verso,de "Il signore degli anelli" era che nessuno degli eroi,per quante sofferenze incontrasse e per quante scorribande belliche attraversasse,soccombeva,invece qui Peter Jackson narra che la guerra lascia sul campo morte e cambiamenti,spesso tragici.Dei tre segmenti che raccontano l'antefatto dell'impresa di Frodo,Aragorn & co.,pur con tanti stravolgimenti rispetto al testo originale di Tolkien,questo risulta il migliore,per tenuta di tensione e capacità di avvincere lo spettatore ad uno spettacolone che ha,oltre a una forte carica visiva,anche un gusto del racconto e della dimensione leggendaria dell'Avventura,non facile da trovare al cinema. Più in disparte del solito il Gandalf di McKellen,spettatore comunque abile a trovarsi un ruolo in momenti decisivi il Bilbo di Martin Freeman,l'altra saga di Jackson trova anche la maniera di inumidire gli occhi agli spettatori più sentimentali con la risoluzione del sentimento tra due creature di diversa provenienza:quando,alla fine,i titoli di coda giungono a sancire la definitiva parola "fine",viene quel languore che implacabile morde quando si conclude un'opera a cui ci si è fortemente affezionati.

sabato 3 gennaio 2015


CABOBLANCO (Caboblanco,GB/USA 1979)
DI J.LEE THOMPSON
Con CHARLES BRONSON,Dominique Sanda,Jason Robards,Fernando Rey.
AVVENTURA/THRILLER
Bello il mare in Sudamerica.A Caboblanco,in Perù,forse sul fondale giace un tesoro,che ovviamente fa gola a molti:si tratterebbe di refurtiva nazista,che era in una barca travolta dai flutti. Ci sono un ex-gerarca tedesco nascosto come altri suoi immondi colleghi, una bella bionda che forse non dice tutta la verità,e un poliziotto corrotto:tutti ruotano attorno ad un americano,proprietario di un night,che si fa tirare dentro la faccenda molto mal volentieri,ma a un certo punto non può evitare di intervenire.In molti hanno detto che fin dal titolo,il modello è "Casablanca",ma del capolavoro di Michael Curtiz c'era,oltre alla più alta qualità del film,anche un'aura romantica molto più marcata. Qua siamo di fronte ad un thriller vagamente avventuroso,dalla tensione assai blanda,scritto e diretto diligentemente,che però era già vecchiotto al tempo della sua uscita:J.Lee Thompson gira all'antica,contando sulla professionalità del cast messo insieme,senza dare particolare verve nè suspence alla narrazione. La cosa migliore della sceneggiatura è la trovata del juke-box,e comunque l'ironia che permea tutta l'operazione è apprezzabile. L'eroe dai lineamenti da lince ha carisma e ispira simpatia,la Sanda è abbastanza fuori posto,meglio l'ambiguità di Rey,e la canaglieria calibrata di Robards.Per il resto,ordinaria amministrazione.

SI ACCETTANO MIRACOLI (I,2015)
DI ALESSANDRO SIANI
Con ALESSANDRO SIANI,Fabio De Luigi,Ana Caterina Moriariu,Serena Autieri.
COMMEDIA
Atteso come uno dei probabili campioni di incasso di una stagione particolarmente moscia sotto il profilo del box-office,"Si accettano miracoli",un pò sull'onda del successo del precedente titolo diretto e interpretato da Alessandro Siani,"Il principe abusivo",è dichiaratamente una favola che punta a rasserenare il pubblico pagante.E fin qui,niente di male. La storiella del "tagliatore di teste" che a sua volta viene fatto fuori dall'azienda per cui lavora,e aggredisce il superiore,per ritrovarsi poi a dover passare un mese in un paesino al Sud,in una casa famiglia gestita dal fratello parroco,per scontare i servizi sociali assegnatigli.Qui,si innamora di una bella ragazza cieca,e si inventa un trucco per far lacrimare una statua,facendo gridare al miracolo e attirando l'attenzione degli alti piani clericali... Come si è detto,siamo nel campo della leggerezza pura,e si può capire che,oggi,molte persone si rechino in sala per un'ora e mezza di svago netto.Però qui si esagera veramente:il fratello prete ha l'accento romagnolo di Fabio De Luigi (spiegato alla meno peggio dicendo che è andato in seminario in Romagna...),la ragazza cieca,meno male che è serena,ma non fa che ridere incantata tutta la pellicola,le situazioni sono forzatissime,e l'umorismo è,quando non parrocchiale,abbastanza puerile. Del cast,l'unico che a sprazzi si salva,è il povero De Luigi,per il resto,sembra di essere nelle più bieche e veterocattoliche fiction di RaiUno,al punto da far sembrare "Don Matteo" un classico del giallo rosa. La cosa triste è che si girano molte commedie,in Italia,da qualche anno in qua,perchè è l'unico genere che porta la gente al cinema,ma sempre più spesso propongono soggetti e situazioni completamente sganciate dalla realtà,e invece la commedia vera attinge e specchia la società:senza andare a scomodare i vati Monicelli,Risi,Comencini, si rimpiange il taglio anche di un regista popolare come Steno,provare a vedere ad esempio "Febbre da cavallo",per notare l'impari confronto. O,a sua volta,è pure questo uno specchio di come è degenerata una parte della società?