mercoledì 22 aprile 2020

Fangtastic Film: 13. Innocent Blood (1992)84: Innocent Blood (1992) | The Movie-A-Day project
AMORE ALL'ULTIMO MORSO ( Innocent blood, USA 1992)
DI JOHN LANDIS
Con ANNE PARILLAUD, ANTHONY LAPAGLIA, Robert Loggia, Don Rickes.
HORROR/COMMEDIA
Se gli anni Ottanta avevano visto John Landis imporsi tra i registi giovani di maggior spicco e dalla più evidente incisività sulla decade, i Novanta hanno determinato un'involuzione netta per il cinema del cineasta che firmò "The Blues Brothers" e "Una poltrona per due". Al fiasco sonorissimo di "Oscar-Un fidanzato per due figlie" seguì a ruota il ritorno alla commistione di horror e cinema brillante che al regista era venuta decisamente bene con "Un lupo mannaro americano a Londra" undici anni prima: se però il film sul licantropo ambientato nella capitale inglese era caratterizzato da una furia scorretta e anarchica puramente pop,  questo titolo, che prevede un'altra "outcast", una vampira di origine francese in America, che prende di mira un boss mafioso ed i suoi scherani, è fin troppo preconfezionato per convincere. Non una scena in cui la verve dissacrante di Landis emerga appieno, unica sequenza quasi interessante quella del "volo" della vampira nella chiesa, tutta in soggettiva, che supplisce alla mancanza di fondi del budget con un'idea intrigante: per il resto, recitazione sopra le righe o marionettistica del cast, con una combinazione abbastanza male assortita come quella tra Anne Parillaud ( della quale il nudo integrale della prima scena è ciò che si ricorda di più) e Anthony LaPaglia, del tutto atono per quasi tutto il film, mentre Robert Loggia nel ruolo del villain, il capomafia Macelli, nonostante le fin troppe gigionerie, è l'unico con qualche momento vagamente convincente.
Il Ragazzo che Catturò il Vento - Film (2019) - MYmovies.itIl cinema visto da Patrizia: Il ragazzo che catturò il vento
IL RAGAZZO CHE CATTURO' IL VENTO
( The boy who harnessed the wind, GB 2019)
DI CHIWETEL EIJOFOR
Con MAXWELL SIMBA, Chiwetel Eijofor, Aissa Maiga, Lily Banda.
DRAMMATICO
Dei tanti problemi che affliggono l'Africa, la siccità è perlomeno uno dei più naturali, al quale l'Uomo può solo tentare di porre rimedio. Dalla vicenda realmente accaduta di William Kamkwamba, in Malawi, l'attore inglese di discendenza nigeriana Chiwetel Eijofor ha voluto fare il suo esordio come regista: adolescente volenteroso di apprendere, figlio di agricoltori alle prese con i guai della calura africana, che secca la terra e distrugge le possibilità di avere prospettive della gente che ne dipende, William traffica con la corrente, ripara piccoli elettrodomestici e vorrebbe completare la propria istruzione. Ma senza denaro si fa male, e le rigide, quando non addirittura corrotte istituzioni rendono la vita molto complicata: apprendendo sui libri nozioni su nozioni, il ragazzo formula l'idea di costruire, con mezzi di fortuna, una pala eolica per fornire la necessaria acqua al terreno.... E' un esordio registicamente corretto, forse senza colpi d'ala, quello di Eijofor, che ha trovato distribuzione grazie a Netflix, ma che ha almeno il merito di narrare problematiche poco sentite dal cittadino occidentale, quando non, purtroppo, ignorate volontariamente per egoismo o ignoranza; senza grevità, ma con piglio agile, si racconta una piccola storia che esplora un tema non voluto risolvere come la miseria africana, con qualche tratto convenzionale e tanta buona volontà nel portare alla luce argomenti che meriterebbero altro interesse da parte nostra. Vedremo, se ci sarà seguito alla carriera da regista del bravo attore, che si concede qui la parte non semplice del padre ottuso che vorrebbe che il figlio si dedicasse meno ai libri e maggiormente al lavoro della terra, se potrà affinarsi e realizzare pellicole anche migliori di questa, comunque interessante.
Judy RecensioneFesta di Roma, 'Renée Zellweger è Judy Garland. Il regista: "Oltre ...
JUDY ( Judy, USA 2019)
DI RUPERT GOOLD
Con RENEE ZELLWEGER, Finn Wittrock, Rufus Sewell, Michael Gambon.
BIOGRAFICO/DRAMMATICO
Una delle prime stelle verdissime, rimasta personalità dello spettacolo tutta la vita, che si sarebbe rivelata travagliata a livello personale quanto in vista e sotto i riflettori ufficialmente, fu Judy Garland: fin dal cambiamento del nome vero, che per molti dello showbiz è stato normale ( lei si chiamava in realtà Frances Ethel Gumm) alle imposizioni dello studio, date di persona da Louis B. Mayer di seguire una dieta strettissima, di evitare frequentazioni al di fuori dal mondo dello spettacolo, e altri diktat che spinsero probabilmente la diva sul pericoloso crinale di depressione e dipendenza dai farmaci e dall'alcool, è risaputo che la Garland è stata una delle più celebri e delle prime vittime dello star-system. "Judy" la inquadra sei mesi prima della fine, che avverrà nell'Estate 1969, nel tour in Inghilterra che fece per provare a risollevare la proipra carriera in declino: tratto da una pièce teatrale, "End of the rainbow", ne mostra un pò i limiti della cornice del palco nella regia non sempre abile di Rupert Goold. Condotto abbastanza bene a livello di gestione degli interpreti, vede una Renèe Zellweger molto convinta nel ruolo principale, per il quale si è aggiudicata il secondo Oscar della propria carriera ( il primo da protagonista). Utile a far conoscere agli spettatori d'oggi una parte della vita sfortunata nonostante i clamori del successo di pubblico di una star eclettica, "Judy" si risolve in una visione che non dimentica la compassione ma neanche l'ammirazione per la grinta che, nonostante tutto, animava la Garland. 

martedì 14 aprile 2020

Amore senza fine (1981) | Cast completo | Silenzio in SalaAmore senza fine (1981) | Recensione Film | Silenzio in Sala
AMORE SENZA FINE ( Endkess love, USA 1981)
DI FRANCO ZEFFIRELLI
Con BROOKE SHIELDS, MARTIN HEWITT, Shirley Knight, Don Murray.
SENTIMENTALE/DRAMMATICO
Curioso che lo scrittore di un romanzo alla base di un film sia chiamato a scriverne il soggetto, ma in fase di sceneggiatura molti sono i cambiamenti agli sviluppi della trama: eppure a Scott Spencer, autore del best-seller "Endless Love" capitò questo, dato che fu coinvolto nella produzione ma la sceneggiatura presentò diversi mutamenti, nella storia dei giovanissimi Jade e David, quindici anni lei, diciannove lui, che vivono intensamente la loro relazione, ma le decisioni dei genitori stravolgeranno le cose: perchè il padre della ragazza vede come invasiva la presenza del ragazzo, assiduo nella loro casa, e le scelte del giovane, già assurde, incroceranno una bella dose di sfortuna che aggraverà non poco la situazione. Per quanto fin troppe disgrazie capitino in una spirale tragica ( che anni fa, in "Signore e signori, buonanotte", Paolo Villaggio in uno sketch avrebbe misurato con il "Disgraziometro"....), pare che a Franco Zeffirelli, notoriamente ultrà conservatore, e qui forte del grosso successo commerciale arriso a "The Champ- Il campione", suo titolo precedente, prema soprattutto sottolineare l'ipocrisia dei genitori "liberal" e di mentalità teoricamente aperta come quelli della ragazza, che predicano bene e razzolano molto male. Brooke Shields si conferma qui il bellissimo fiore che non sbocciò, attorialmente parlando, e Martin Hewitt colse la sua maggior affermazione, visto che in pratica poi scivolò nell'oblio; esordiscono anche James Spader e Tom Cruise, questi in un brevissimo ruolo. I migliori in scena sono i veterani Shirley Knight e Don Murray, nonostante le bieche pieghe che la trama prevede per i loro personaggi, visto che lei interpreta la madre di Jade, che prova pure a sedurre David, e lui il padre, giovanilista e anche morbosamente geloso della figlia. La cosa migliore è la canzone del titolo di Lionel Richie e Diana Ross.

Perché vedere Ghost Stories? Ecco 5 buoni motivi - Cinematographe.itLa recensione di Ghost Stories | Cineforum
GHOST STORIES ( Ghost stories, GB 2017)
DI ANDY NYMAN e JEREMY DYSON
Con ANDY NYMAN, Martin Freeman, Alex Lawther, Paul Whitehouse.
HORROR
Lo studioso di scienze paranormali Philip Goodman si dà da fare per sbugiardare i truffatori, soprattutto di povera gente che cerca risposte da congiunti defunti, quando riceve la strana chiamata dell'uomo che ne ha ispirato il lavoro, che si pensava fosse morto da tempo: ritiratosi a vivere in un caravan, il venerando professore gli affida tre casi che non ha saputo risolvere. Goodman si avventura nel contattare le tre persone indicate, ma il finale di partita non sarà quello che si aspetta.... Da un lavoro teatrale scritto proprio dai registi del film ( ed uno dei due è anche il protagonista, Andy Nyman), "Ghost stories" svolge, alla maniera di certe pellicole orrorifiche anni Sessanta soprattutto della Hammer, dentro una cornice che poi tira le fila della morale, tre episodi in cui gli spettri si insinuano e si manifestano a sconvolgere le esistenze di chi li racconta. Girato bene, nei tre episodi il lungometraggio presenta storie di discreta fattura, e lo spettatore appassionato di horror pensa che comunque, non è niente che non si sia già visto in diversi altri lavori del genere: è quando si torna alla cornice, che alcuni indizi disseminati apparentemente a caso  assumono un altro significato, e la tesi della narrazione diventa un apologo morale di livello. In cui si specifica che la Colpa è anche di chi ha lasciato correre, e di chi non è intervenuto, oppure si è fatto sopraffare dalla paura e si è scansato da responsabilità che avrebbe dovuto assumere. E il racconto "di paura" diventa una lezione sia narrativa che etica che, anche a visione finita, lascia domande e riflessioni di tutto rispetto.

sabato 4 aprile 2020

I Figli della Notte - Film (2016)I figli della notte al cinema, fuga dal collegio dei misteri - La ...
I FIGLI DELLA NOTTE ( I, 2016)
DI ANDREA DE SICA
Con VINCENZO CREA, Ludovico Succio, Yuliya Sobol, Fabrizio Rongione.
DRAMMATICO/THRILLER
Un collegio sulle Alpi per "la futura classe dirigente", come pomposamente afferma il rettore, ma i ragazzi che lo frequentano, pur venendo da buona famiglia, hanno inquietudini corpose, e qualcosa nel passato da espiare, in qualche caso: per di più, come in molti istituti similari, vige un nonnismo pesante, rituali da far subire ai nuovi arrivati, ed esiste un sentiero da far di notte che porta al Piacere e forse alla Perdizione... Esordio di un figlio e nipote d'arte, Andrea De Sica ( figlio di Manuel, nipote di Christian e Vittorio), "I figli della notte" cita Bram Stoker ( è il conte Dracula a definire tali i lupi sentendoli ululare lontano), ma con i vampiri non ha a che fare: anche se, probabilmente, un che di vampiresco lo hanno sia chi "controlla" e istruisce i ragazzi, sia alcuni di loro. Parte come un dramma ed approda ad un thriller con esplosioni di violenza insensate e inaspettate, questo debutto interessante, mostrando delle finezze, sia nelle raggelate inquadrature di ambienti, sia per la capacità di impartire pennellate sinistre a cose altrimenti "normali": come Pinocchio che si lascia affascinare dal più scafato Lucignolo, anche il protagonista Vincenzo Crea subisce il carisma di Ludovico Succio, più ribelle e determinato a non farsi mettere sotto dagli altri ragazzi più "anziani" del collegio, e rimane folgorato dalla bella e altrettanto giovane prostituta interpretata da Yuliya Sobol. Magari certi aspetti della trama rimangono più accennati che definiti ( le riprese dei ragazzi in giro di notte per l'istituto, alcuni personaggi secondari che non vengono approfonditi), però "I figli della notte" è un'opera prima di tutto rispetto, con un finale inzuppato di pessimismo sulla natura umana, e sulla vulnerabilità della giovinezza riguardo ad un mondo predatore e senza nessuna compassione.
Galleria immagini Me contro Te - La vendetta del Signor S, foto ...Me contro Te Il Film non molla la presa: Luì e Sofi sempre primi!
ME CONTRO TE- Il film: La vendetta del Signor S ( I, 2020)
DI GIANLUCA LEUZZI
Con LUIGI CALAGNA, SOFIA SCALIA, Michele Savoia, Giustina Buonomo.
COMMEDIA/FANTASTICO
Nove milioni e più nei botteghini italiani, a fronte di un costo che si presume irrisorio, vista la qualità delle scenografie e dei costumi, che sono tutti attori sconosciuti, fanno sì che "Me contro te-Il film: La vendetta del Signor S" sia uno dei film (?) più redditizi mai prodotti in Italia, in confronto al budget. Fenomeno dell'era di YouTube, "Me contro te" vede la coppia Luì- Sofì, siculi che pare stiano insieme anche nella vita reale, dapprima mostrare ai loro giovanissimi accoliti come si realizzano "Slime" ed altre cose artigianalmente, poi il discorso si è ampliato, e i due ragazzi hanno cominciato a girare una sorta di sit-com alla buona da seguire sul web. Qui c'è una presunta "drammatizzazione" con il malvagio "Signor S" che ride come i personaggi diabolici dei cartoni animati, non si vede mai in faccia, e vuole rendere infelici tutti i bambini. Ora, fatto salvo che, come qualcuno ha scritto in Rete, il duo Luì e Sofì non è volgare e tutto sommato manda messaggi positivi, c'è da domandarsi come ci si possa divertire, oltre i sette/otto anni, con due personaggi stucchevoli, per la maggior parte noiosi e intenti a far finta di becchettarsi, con un allestimento miserando, e con temi di un'insulsaggine stratosferica. Il film dura un'ora e appena più, per fortuna, ma appare interminabile: e l'indolenza nell'averlo confezionato si manifesta in una messa in scena senz'arte nè parte, senza una minima idea paracinematografica, e  appaia chiaro che di recitazione nessuno sembra abbia mai sentito parlare, a quanto è possibile assistere. 
Buoni a nulla RecensioneBuoni a nulla – Gianni Di Gregorio | Paperstreet
BUONI A NULLA ( I, 2014)
DI GIANNI DI GREGORIO
Con GIANNI DI GREGORIO, Marco Mazzocca, Valentina Lodovini, Gianfelice Imparato.
COMMEDIA
Ad un passo dalla pensione, Gianni vede sfumare l'agognato obiettivo, dovendo, oltre tutto, cambiare collocazione e con relativo peggioramento del quotidiano: con il più giovane collega Marco stringe amicizia, e l'altro si rivela una persona disponibilissima, di buon cuore e tanto entusiasmo, ma capace di combinare un guaio dietro l'altro. Gianni Di Gregorio, da anni nel ramo cinematografico e decisosi a debuttare dietro alla macchina da presa in età non giovanissima, continua a realizzare le sue commedie sulla semplicità della vita di tutti i giorni, con innegabile garbo: però la struttura rapsodica del suo modo di fare cinema, non sempre lega con le sceneggiature alla base dei lungometraggi, e con i temi trattati. "Buoni a nulla", presentato anche al Festival del cinema di Roma alla sua uscita, è una commediola che lascia sorridere, ma spesso porta lo spettatore a chiedersi dove vuole andare a parare, abbozzando senza definire, e cincischiando a livello narrativo. Poco probabile che la sventolona Valentina Lodovini coltivi un interesse per un personaggio stralunato, imbranatissimo e goffo oltre misura come quello di Mazzocca, comunque simpatico. "Pranzo di Ferragosto" era stato un esordio brillante, poi Di Gregorio sembra un pò essersi ripiegato su se stesso. Apprezzabili comunque l'ambientazione in una Roma a misura d'uomo e la conduzione degli attori.