venerdì 26 febbraio 2021


UNO DI FAMIGLIA (I, 2019)
DI ALESSIO MARIA FEDERICI
Con PIETRO SERMONTI, Sarah Felberbaum, Lucia Ocone, Nino Frassica.
COMMEDIA
Ridere di mafia, camorra e compagnia poco bella è sempre stato in uso nel nostro cinema, a cominciare da Franco e Ciccio, anche se il più delle volte erano strali spuntati, o fin troppo morbidi verso Cosa Nostra & co.: in questa commedia si immagina che l'ex attore rassegnato Luca si sia messo a dare lezioni di dizione a casi un pò complicati, e quando salva da un probabile attentato un suo giovane allievo, la famiglia di questi lo accoglie con enfasi e con particolare benevolenza. Solo che è una cosca della 'ndrangheta, e la vita del protagonista cambia decisamente, con più introiti, ma con molte più cose assurde, tra bugie da dover dire alla compagna e rischi da tenere in conto. Il soggettino che è alla base di "Uno di famiglia" ricalca certe commedie all'americana in maniera anche accattivante, il film è tutto sommato "ripulito", tipo compitino, ma Alessio Maria Federici, che comincia ad avvicinarsi alla decina di film girati in sala di comando, è un regista che somiglia a quelli come Giorgio Bianchi negli anni Cinquanta, che magari dirigeva Alberto Sordi, ma di cui, oggi, si rammentano solo i cinefili più accaniti. Benché questo film abbia anche qualche ideuzza in tasca, e tutto sommato, come si diceva, risulti infine fatto meglio di tante altre commediole di casa nostra, difetta fortemente di personalità, non morde a fondo quasi mai, spesso insiste sulle gags ( la zia/mantide di Lucia Ocone, peraltro attrice di buona fibra) e arriva ovviamente ai titoli di coda con una faciloneria e superficialità abbastanza scontate. Che volete sia qualche anno di galera, purché ci sia un lieto fine....


 


MOMENTI DI TRASCURABILE FELICITA' ( I, 2019)
DI DANIELE LUCHETTI
Con PIF, Thony, Renato Carpentieri, Franz Cantalupo.
COMMEDIA/FANTASTICO


 Da un paio di romanzi di Francesco Piccolo, "Momenti di trascurabile felicità", e "Momenti di trascurabile infelicità", è stato tratto questa unica commedia a sfondo fantastico, in cui si immagina che il protagonista, uno come tanti, commetta una leggerezza che gli costa carissima, e muore: per l'appunto, nell'Aldilà ci si trova subito alle prese con una burocrazia altrettanto elefantiaca di quella che conosciamo noi italiani, e, per un calcolo non computato, il tipo che seguiamo guadagna un'ora e qualcosa per tornare nel mondo dei vivi a cercare di sistemare qualcosa, prima di passare definitamente a miglior vita. Spunto simpatico, tonalità inusuali per il cinema italiano moderno, quelle di inzuppare di un pò di fantastico il soggetto, però questo film non rientrerà tra quelli che avremo apprezzato di più tra quelli di Daniele Luchetti: il quale ha avuto sempre una carriera discontinua, capace di intuizioni di prim'ordine, come per "Il portaborse" e "La scuola", per citarne due, e di cose meno riuscite o volenterose ma non all'altezza dei propositi come "Arriva la bufera" e "Io sono Tempesta". Come ironia è impalpabile, le trovate che fanno sorridere non sono abbondanti, Pif è piacevole ma convince meno che altrove, meglio figura Thony nel ruolo della moglie, e Renato Carpentieri non ha abbastanza spazio. E poi, la sceneggiatura risolve le cose in maniera un pò troppo compiaciuta per suggerire almeno una lezioncina sull'amare ciò che si ha, sempre valida ma che qui appare un pò retorica.

venerdì 19 febbraio 2021



 BUMBLEBEE ( Bumblebee, USA 2018)

DI TRAVIS KNIGHTJ

Con HAILEE STEINFELD, John Cena, Jorge Lendeborg jr., John Ortiz.

FANTASCIENZA/AZIONE

Se il ciclo al cinema dei "Transformers" pareva aver esaurito la propria spinta, tra alti e bassi qualitativi, ecco arrivare, per ritrovare una scintilla narrativa, uno spinoff che è anche un prequel, ma può esser considerato anche retroattivo, e cioè, come è usuale pratica nel mondo dei fumetti, raccontare una storia avvenuta prima di ciò che conosciamo di questo microuniverso: il prologo descrive una disfatta dei super automi senzienti Autobot, ridotti quasi alla distruzione da parte dei malvagi Decepticon, e il piccolo araldo giallonero Bumblebee ( così verrà chiamato da noi) inviato sulla Terra a cercare rifugio e nuova base per i sopravvissuti della sua razza, e preparare la controffensiva. Ma due dei nemici riescono ad individuare dove sia nascosto, e, decisi a sterminare gli Autobot, si presentano come falsi alleati ai terrestri, e descrivono come una minaccia l'altro robot, che, nel frattempo viene accudito da una ragazza scontrosa e coraggiosa. Ambientato a metà anni Ottanta, sfruttando abilmente canzoni dell'epoca e seguendo la moda del revival, mai da sottovalutare, "Bumblebee" è sì appartenente alla saga dei robot giganti provenienti dal mondo dei giocattoli, che si tramutano in automobili e tutto ciò che sia meccanico, ma punta maggiormente alla fantascienza miscelata ai buoni sentimenti, che ha il proprio vertice nell'ormai remoto "E.T.": vero che l'impronta spielberghiana è presente nella serie fin dal primo capitolo, che vedeva l'autore di "Incontri ravvicinati" tra i produttori, però è questo il film che ne sente maggiormente l'influenza. Il che non è un male, anche se il feeling con un automa è tutto da definire: sufficientemente ben fatto a livello di effetti speciali, non dice niente di particolarmente nuovo, ammicca al pubblico giovanissimo, e si chiude sulle note di "Don't you" dei Simple Minds, annoverando anche l'ex wrestler John Cena tra i coprotagonisti, nelle vesti di un militare duro ma alla fine ragionevole.