mercoledì 24 gennaio 2018

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BENEDETTA FOLLIA ( I, 2018)
DI CARLO VERDONE
Con CARLO VERDONE, ILENIA PASTORELLI, Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante Della Rovere.
COMMEDIA
Non è facile stare al passo con il tempo che scorre, ed è azzeccato che la commedia, come genere cinematografico, sia quello che maggiormente stia aderente ai periodi in cui è ambientata, per dipingerne un ritratto, e trasmettere l'aria del tempo. Carlo Verdone, comunque sempre in buona fede, anche quando non ha centrato il punto, è uno che ha sempre sintonizzato il suo cinema a temi che sono quelli di tutti i giorni, e muovono lo spettatore, che è anche un cittadino comune. Dopo aver parlato di padri separati, di uomini e donne che devono ripartire dalla mezza età, di colpiti dalla grande crisi, in "Benedetta follia" prende in esame, a modo suo, la ricerca sentimentale ai tempi del social network : Guglielmo è un borghese compassato, tenutario di un quotato negozio d'arte religiosa, che si vede abbandonato dalla moglie, il giorno del venticinquesimo anno di matrimonio, e per una donna. Andato in crisi, com'è normale che sia, si vede piombare nel negozio una giovane borgatara dai modi invadenti ma simpatici, schietta e casinista, alla ricerca del lavoro di commessa, rimasto vacante, perchè proprio la dipendente di Guglielmo è ora impegnata con la sua ex-moglie. Caciarona ma di cuore, Luna coinvolge il datore di lavoro nella ricerca di nuove possibilità sentimentali, iscrivendolo a un'app di incontri. Affidatosi agli sceneggiatori di "Lo chiamavano Jeeg Robot", del quale riprende anche l'attrice che rivestiva il ruolo femminile principale, Ilenia Pastorelli, Verdone mette in scena una commedia che ha una prima parte divertente, ma che pare consumare gran parte della propria verve appunto fino a metà film, per poi conoscere qualche giro a vuoto, un pò di stiracchiamento, e l'approdo ad un finale rassicurante, dopo qualche situazione incastrata un pò a forza (tutta la questione del "debito" di Luna sa di posticcio). Certo, sono quarant'anni che il romano Carlo ci fa ridere e sorridere, e non si può che essergli affezionati, anche quando mette una scena che pare un videoclip anni Novanta (la sequenza dello sballo in discoteca), oppure quando cita se stesso (il Manuel Fantoni d'antan quando l'ex-moglie deve ripassare da casa), ma anche, in maniera sfumata, "Il buono, il brutto, il cattivo"( Tuco che racconta una cosa diversa dalla realtà al Biondo sui propri rapporti familiari, e altrettanto fa Luna), e il finale de "La febbre del sabato sera" (nell'ultimo dialogo con l'ex-moglie). Però la sensazione che questo materiale sarebbe tornata bene per un episodio, anche lungo, alla "Manuale d'amore" e non per un film intero, persiste. Se Verdone-attore è comunque una garanzia, campionissimo nelle gaffes e nelle situazioni imbarazzanti, Ilenia Pastorelli, che aveva stupito in "Lo chiamavano Jeeg Robot", ci mette grinta, ma in alcuni momenti calca fin troppo la mano, e dovrà far capire se può andare oltre il personaggio della coatta, meglio figurano Maria Pia Calzone, Lucrezia Lante Della Rovere e Paola Minaccioni, quest'ultima costretta in un ruolo troppo breve di nevrotica tout court. Tuttavia, il film al pubblico sta piacendo, perchè viaggia, al momento, sui sette milioni di incasso.

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