martedì 5 dicembre 2017

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LADY MACBETH ( Lady Macbeth, GB 2016)
DI WILLIAM OLDROYD
Con FLORENCE PUGH, Cosmo Jarvis, Naomi Ackie, Paul Hilton.
DRAMMATICO
Nell'Inghilterra del XIX secolo, la forma ha importanza fondamentale: sposata per interesse al figlio unico di un signore delle campagne britanniche, Catherine nei primi tempi del matrimonio subisce passivamente l'indifferenza anche sessuale del neomarito. Quando arriva un giovane stalliere dal fisico tonico e dal piglio maschio, la giovane sposina insoddisfatta se lo porta in camera a piacimento, approfittando dell'assenza di marito e suocero, via per affari, ma quando la tresca arriva all'orecchio del ricco padre del consorte, una scarica di bastonate al baldanzoso dipendente è presto data. Al che, la natura ferina di Catherine comincia ad affacciarsi, imbastendo un disegno tragicamente efficace per sbarazzarsi di chiunque intralci la sua ascesa a padrona unica e sola della dimora. Presentato al festival di Toronto a fine 2016, "Lady Macbeth" viene da un racconto russo, anche se il riferimento al personaggio shakespeariano è chiaramente esplicito, nel furore annichilente che la donna sfodera per esercitare la propria naturale aspirazione al potere. All'esordio nel lungometraggio, William Oldroyd tesse un film che tiene conto degli schemi della tragedia, senza, in pratica, il supporto delle musiche, salvo nelle ultimissime immagini: il resoconto di un'anima nera, per cui inizialmente si simpatizza quasi, capendo la costrizione ottusa che deve subire, per scoprirne via via che la storia procede, la crudeltà e la malvagità che la porta a saper giocare ogni mossa infame per seguire il proprio disegno di avidità su tutto e tutti. Illuminato da un'aura falso-opaca, il film è concepito quasi geometricamente, con echi di Kubrick nell'impostazione delle scene e nella presentazione dei personaggi: Oldroyd va rivisto, ma potrebbe diventare un nome di peso. Nella sua escalation scellerata, apprezzabile assai la metamorfosi che Florence Pugh assegna al suo personaggio, da vittima-oggetto a stratega maligna. Non è esattamente un lavoro sul buono che alberga negli esseri umani, ma un apologo senza pietà su quanto buio possa esserci in una mente e in un cuore.

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