domenica 3 dicembre 2017

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LA SIGNORA DELLO ZOO DI VARSAVIA
( The zookeeper's wife, USA 2017)
DI NIKI CARO
Con JESSICA CHASTAIN, Daniel Bruhl, Johan Heldenbergh, Val Maloku.
DRAMMATICO/BIOGRAFICO
Dal romanzo di Diane Ackerman, scritto sulla testimonianza della figlia della vera Antonina Zabinska, e di altri che vissero la vicenda, la storia della coppia formata appunto dalla donna, e dal marito, responsabile del giardino zoologico della capitale polacca, che riuscì a nascondere molti ebrei prima dal trasferimento nel ghetto e poi nella deportazione. Un atto di coraggio poco noto fuori dalla Polonia, fino a poco fa, che merita prima di tutto ammirazione, è chiaro: Hollywood, si sa, ridipinge spesso anche la cronaca con tratti propri, edulcorando a volte, mistificando altre. Però il resoconto di questa avventura umana è reso senza retorica, senza enfasi che potrebbero danneggiare una storia di solidarietà e di umanesimo forse inconsapevole fino in fondo: l'onda nazista che spregia e sfregia il bello e il libero, abbattendosi prima sugli animali, eliminandoli o portandoli via (solo quelli pregiati, ci mancherebbe, altrimenti la cultura ariana a che serve?), poi sugli ebrei, è ai margini ma si infiltra e cala la sua plumbea dimensione su tutto. Detto anche che, soprattutto in un momento in cui certi populismi minacciosi e tendenzialmente scellerati paiono far troppi proseliti, un film come questo è sempre benaccetto, forse la regia della neozelandese Niki Caro non spicca particolarmente per saper cogliere tutti gli aspetti storici della faccenda, apparendo a tratti come un film per la tv ben fatto e accurato, ma senza quell'essenza squisitamente cinematografica che ne avrebbe aumentato prestigio e valore. Del cast, come sempre bravissima Jessica Chastain, per la resistenza passiva che dona ad un personaggio vulnerabile e intenso, e la sotterranea ripugnanza che attraversa lo zoologo roso da gelosie, invidie e ipocrisia venuto dalla Germania che Daniel Bruhl consegna al proprio ruolo, fa acquistare nuovi punti ad un interprete di buon livello, che spazia con nonchalance tra grosse produzioni e titoli più di nicchia. 

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