giovedì 28 settembre 2017

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SOLAMENTE NERO ( I, 1978)
DI ANTONIO BIDO
Con LINO CAPOLICCHIO, STEFANIA CASINI, Craig Hill, Massimo Serato.
THRILLER
In un campo, ancora prima dei titoli di testa, una ragazza viene strangolata: anni dopo, questa visione angosciosa ricorre nella mente del giovane Stefano, che torna a Venezia, dal fratello prete Paolo, dopo un periodo non facile, a causa di un esaurimento nervoso: questi gli racconta un pò di cose di persone che, nell'isoletta ove sorge la sua parrocchia, paiono compiere faccende oscure, trovandosi con una medium per misteriosi motivi. A una a una, a cominciare dalla donna che presiede le sedute spiritiche, tali persone cominciano a venire uccise, e forse la chiave del mistero è un quadro. A detta del suo autore, il titolo originale di questo thriller, prodotto dalla PAC al regista Antonio Bido, dopo il discreto successo del suo "Il gatto dagli occhi di giada", l'anno precedente, fosse inizialmente "Il terrore dietro l'angolo", ma il copioso successo di "Profondo rosso" spinse i finanziatori a dare un nome al film che richiamasse il blockbuster argentiano. Non ce n'era bisogno, dato che di rimandi al primo Argento, con aggiunta sia dell'originale protagonista del film sostituito poi da David Hemmings, Lino Capolicchio (ebbe un grave incidente stradale prima di iniziare le riprese), sia per via della trama, che tra flashbacks che nascondono particolari importanti, sia per il dipinto che, in pratica, racconta il trauma iniziale, e per lo schema dei delitti che si susseguono, siamo in piena celebrazione dell'autore di "Quattro mosche di velluto grigio": "Solamente nero" è un giallo di serie B, con personaggi scritti scialbamente, un plot che si annoda e ha buchi di logica piuttosto ampi, e una soluzione finale scopiazzata da "La donna che visse due volte". Ma questo va oltre la citazione, è proprio scimmiottare. Sul piano interpretativo, per personaggi così mal definiti, c'è anche da capire gli attori, che sembrano spersi nelle inquadrature. Senza nerbo, nè tensione. 

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