martedì 5 settembre 2017

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DUNKIRK ( Dunkirk, GB/USA/NL/F 2017)
DI CHRISTOPHER NOLAN
Con MARK RYLANCE, FIONN WHITEHEAD, TOM HARDY, KENNETH BRANAGH.
GUERRA
Per gli anglofoni è Dunkirk, per gli altri europei è Dunkerque, teatro di una vittoria dei tedeschi nel 1940, che costrinse le forze britanniche e francesi, con l'aggiunta di belgi e olandesi, a evacuare la zona in una fuga rimasta storica. Anche se ci sono appassionati di Storia che ancora oggi avanzano perplessità sul perchè le truppe germaniche non si siano accanite particolarmente sul nemico in fuga, lasciandogli vie d'uscita inusitate, l'episodio è considerato dagli inglesi come l'inizio del faticoso cammino che comportò anche i bombardamenti in Inghilterra, ma che si tramutò in un trionfo con gli Alleati sul pericolo nazista. Christopher Nolan, dopo aver chiuso la trilogia batmaniana, e aver viaggiato nei flussi temporali e nello spazio con "Interstellar", fa il "suo" film di guerra, appunto su questo episodio importante; pensando che, nel 1977, Richard Attenborough realizzò "Quell'ultimo ponte" su un'altra dèbacle alleata, quella dell'operazione Market Garden, con una frotta di star, facendo sonoramente fiasco, e questo film invece è campione d'incasso in molti Paesi, viene da riflettere su come sia cambiato il film di guerra, ma anche il pubblico che va a vederlo. Perchè, spesso, l'attuale cinema bellico punta i riflettori su apparenti perdite, per celebrare il coraggio anche nei rovesci della sorte e degli esiti del corso dei combattimenti, vedi, oltre a questo titolo, "USS Indianapolis", "Fury" e altri ancora. Costruendo il racconto su piani paralleli ma in realtà confluenti, perchè in più di un'occasione un dato fatto ci viene proposto da due ottiche differenti, "Dunkirk" è un lavoro di livello ottimo, che avvince lo spettatore, gli fa sentire la tensione della battaglia, l'attesa di qualcosa che faccia sperare in un Domani, la paura della morte e la vigliaccheria che marcia al passo del coraggio in certe situazioni estreme: umanista irredento, Nolan sottolinea, come in altre sue opere, l'importanza di ognuno nella chiamata a salvare il Bene comune, e qui, con una sceneggiatura che rende funzionali i dialoghi, scremandoli al massimo, elabora i personaggi mostrandone lo spessore. Tra l'altro, il film contiene scene di battaglia aerea straordinariamente coinvolgenti, e dribbla ogni potenziale retorica, puntando a raccontare maniere di sopravvivere in un quadro di inferno sull'acqua.

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