martedì 13 ottobre 2020


SECONDO PONZIO PILATO ( I, 1987)
DI LUIGI MAGNI
Con NINO MANFREDI, Stefania Sandrelli, Lando Buzzanca, Mario Scaccia.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Figura di peso storica e biblica, ma sempre defilata rispetto agli accadimenti della parabola del Cristo, almeno cinematograficamente parlando, Ponzio Pilato, prefetto e governatore della Giudea al tempo dell'arresto del Nazareno, viene messo al centro della storia in questo film di Luigi Magni. Che immette ironia e un'umanità anche recalcitrante, nel personaggio storico, affidandolo ad un attore che con lui aveva recitato più volte, come Nino Manfredi. Su Pilato ci sono idee discordanti, da parte degli storici: c'è chi lo indica come un uomo messo di fronte ad una questione enorme, tutto sommato passivo, ma anche descritto come un romano non accanito verso il Profeta, mentre altri ne parlano come di un funzionario corrotto e all'occasione infame, che pensò bene, per quieto vivere, di lasciare Gesù alla mercé dei furenti Giudei. Magni fa una riflessione su un'epoca storica, e sul senso del mistero e del giusto, anche, da parte di un tizio che si ritrova dinanzi ad eventi di cui comprende il peso, ma capisce anche che non può apporvi gran cambiamento, nonostante l'ufficialità lo rivesta di importanza dandogli un ruolo alto. E il regista romano punta il dito sul clero locale come portatore di pressioni interessate e malafede, come, con coerenza, ha sempre sostenuto nella sua opera, fin da "Nell'anno del Signore". Manfredi dà connotazioni ironiche al proprio Pilato, cogliendo l'occasione in sottofinale per un monologo che dà spessore alla sua interpretazione: risulta bene Lando Buzzanca come consigliere- banderuola del protagonista, convince meno Stefania Sandrelli nel ruolo della sposa di Pilato, mentre non si capisce lo sperpero di un interprete come Flavio Bucci nella parte di Erode Antipa, che occupa lo schermo per pochi minuti e non pronuncia quasi verbo. Un film non riuscitissimo, ma volenteroso.


 

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