venerdì 11 gennaio 2019

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NON CI RESTA CHE IL CRIMINE ( I, 2018)
DI MASSIMILIANO BRUNO
Con MARCO GIALLINI, ALESSANDRO GASSMAN, GIANMARCO TOGNAZZI, Ilenia Pastorelli.
COMMEDIA/FANTASTICO
Al grido di "Pijamose Roooomaaaa!" tre poveracci, amici dall'infanzia, si sono ritrovati catapultati di trentasei anni indietro, fino al 1982, nel cuore della capitale italiana, a un passo dalla vittoria del mondiale in Spagna, e con la banda della Magliana ancora in piena attività. Moreno, Sebastiano e Giuseppe, che ai giorni nostri si sono inventati il "Tur della banda della Magliana" (senza la O) per portare i turisti nei luoghi in cui la gang criminale ha imperversato negli anni Settanta soprattutto, si ritrovano quindi, attraverso un portale misteriosamente nascosto nel retro di un bar, faccia a faccia con "Renatino" ( al secolo Enrico De Pedis), storico boss dei malviventi, e i suoi sgherri. "Non ci resta che il crimine", sulla possibilità di cambiare il presente agendo sul passato, non dice nulla di nuovo, se si pensa che ha per predecessori, per dire, classici moderni come "Non ci resta che piangere" e, ancor più, "Ritorno al futuro": Massimiliano Bruno, alla sesta regia per il cinema, si ritaglia il ruolo secondario ma funzionale al racconto di Gianfranco "Er Ventosa", coetaneo dei protagonisti, ma tagliato fuori da sempre dal terzetto, con la differenza di aver saputo sfruttare il mondo digitale, e avere fatto soldi con un'intuizione. Se con l'esordio di "Nessuno mi può giudicare", pur in tutta leggerezza, Bruno aveva dato mostra di agganciarsi alla commedia italiana senza sfigurare, nei titoli successivi aveva ritrovato quella miscela di umorismo e sguardo sul reale ben filtrato: questo film ha un discreto gioco d'attori (Giallini, un pò sacrificato dalla sceneggiatura, mentre è convincente più del solito Gianmarco Tognazzi: di Ilenia Pastorelli si nota che Bruno ne apprezza le effettivamente notevoli terga, e se ne apprezza il piglio grintoso, anche se sarebbe interessante vederla in ruoli diversi dalla coatta), qualche battuta azzeccata, e comunque, rispetto a molte commediole contemporanee, c'è almeno un'impostazione che sia una storia vera e propria, e non solo un assemblaggio di gags. Il film si chiude su un potenziale abbocco per un seguito, dipenderà dall'esito al box-office: però, se manca l'effetto del transfert temporale, c'è da chiedersi che senso possa avere.

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