sabato 3 novembre 2018

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RITORNO AL BOSCO DEI 100 ACRI
( Christopher Robin,  USA 2018)
DI MARC FORSTER
Con EWAN MCGREGOR, Hailey Hatwell, Bronte Carmichael, Mark Gatiss.
FANTASTICO/COMMEDIA
Come se fossero stati due progetti legati, a pochi mesi di distanza sono usciti due titoli, al cinema, riguardanti la creazione di "Winnie Pooh", visto che Christopher Robin era il figlio dell'autore della storia dell'orsacchiotto goloso di miele e della sua banda di animali di pezza parlanti. Se il film uscito per primo, "Vi presento Christopher Robin", con Domnhall Gleeson come protagonista, raccontava come Pooh nascesse, e facesse da compensazione per gli orrori della I Guerra Mondiale vissuti dallo scrittore A.A. Milne, qui si parte dal giovane Christopher Robin che deve abbandonare, nella prima scena, gli amici d'infanzia Winnie & Co., e, nonostante le promesse di non dimenticarli mai, come succede nella vita reale, il ragazzo cresce, si forma una famiglia, va al lavoro, e cancella i ricordi di quando era bambino. Ma, di fronte alle difficoltà dell'esistenza, forse, recuperare questi amici che rappresentano l'età della sua innocenze, può aiutarlo a non sbandare e a recuperare terreno. Prodotto dalla Disney che ha contribuito in modo massiccio a diffondere Winnie Pooh, "Ritorno al bosco dei 100 acri" (è il luogo in cui vivono gli animali parlanti) avrebbe a suo favore un tentativo di illustrare la frattura inevitabile tra la fase dell'infanzia e quella della vita adulta, con un potenziale non da poco nel cercare di raccontare ai bambini di oggi la poetica della fantasia che fonde l'immaginato e il vissuto. Peccato che Marc Forster sia un regista che spesso non sa far decollare i film che gli vengono affidati dalle majors, e dire che lo svizzero autore di "Monster's ball" ha avuto per le mani progetti di livello come il secondo Bond con Daniel Craig, "Quantum of solace", "Il cacciatore di aquiloni", "World war Z"; ma Forster non infonde ritmo, nè una vitalità accesa nei suoi film, limitandosi ad impaginazioni diligenti, ma piatte. E tuttavia, la sceneggiatura stessa offre un quadro stucchevole e tendente al lezioso dell'intero racconto, che, se ai grandi potrà far salire un pò d'uggia, difficilmente emozionerà i bambini con pochissima azione, nonostante la buona animazione degli animaletti-giocattolo senzienti. Ewan McGregor fa quel che può, ma è evidente che non è convinto nè del personaggio, nè della storia che interpreta.

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