lunedì 12 novembre 2018

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NOTTI MAGICHE ( I, 2018)
DI PAOLO VIRZI'
Con IRENE VETERE, MAURO LAMANTIA, GIOVANNI TOSCANO, Giancarlo Giannini.
COMMEDIA
Estate 1990: i Mondiali di calcio italiani volgono al termine, la semifinale Italia-Argentina impatta con la delusione collettiva della sconfitta, e un'automobile cade giù da un ponte a Roma, nella semi-indifferenza generale. Da lì viene ricostruita una vicenda che nasce un mese prima, e vede tre giovani finalisti di un premio per sceneggiatori ( il Solinas?) incontrarsi, e perdersi nel turbine del mondo dei cinematografari, lazzarone e carnale, ricco di false promesse, bugie conclamate e illusioni a poco prezzo: finirà con un morto, e un confronto in questura chiarificatore. Dopo l'escursione in terra d'America, Paolo Virzì gira, a tamburo battente, una sorta di "Hellzapoppin' " con aromi de "La dolce vita", e sapori alla Scola: questo, nelle intenzioni. E dispiace dir male di uno dei non molti registi solidi, continuatori della miglior tradizione italiana della commedia più viva, mordace e capace di mettere in scena le crepe e le escrescenze peggiori della nostra società, ridendone ( oppure, come nel caso de "Il capitale umano", sfociando nel dramma, con sapidità): ma questo film non funziona per niente. Dialoghi artificiosi, scene appiccicate in una sarabanda che stanca a neanche metà film, i tre giovani protagonisti sono degli stereotipi che parlano ( il perfettino venuto dalla Sicilia, il piombinese sguaiato, la romana nevrotica), si sorride molto stiracchiatamente in rarissime occasioni, più spesso ci si sente cader le braccia, di fronte ad uno sperpero del genere. Aggiungiamoci una sventagliata di camei gettati al vento, che nemmeno nelle più superficiali fiction televisive si siano visti, una recitazione gigiona dei professionisti, su tutti, in questo caso, un Giancarlo Giannini alla sua peggior prova, dopo "Terra bruciata", ed un capitano dei carabinieri che sforna concetti filosofici come se esponesse articoli del codice penale. Un capitombolo al quale non eravamo preparati, da parte di un cineasta che, c'è da scommettere, si rifarà: d'altronde, un film sbagliato, prima o poi, è toccato ad ogni regista importante. 

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