venerdì 16 novembre 2018

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ANIMALI FANTASTICI - I CRIMINI DI GRINDENWALD ( Fantastic beasts: The crimes of Grindenwald, USA/GB 2018)
DI DAVID YATES
Con EDDIE REDMAYNE, Katherine Waterston, Johnny Depp, Dan Fogler.
FANTASTICO
Arriva la seconda parte della nuova serie ordita da J.K. Rowling, che, come sappiamo, precede cronologicamente gli eventi descritti in quella di "Harry Potter": si affaccia Albus Silente, che ha il volto di Jude Law e non ha ancora indossato cappe stregonesche, si espande lo scontro per il Potere, e si sposta l'azione a Parigi. Grindenwald, mago  che ha intrapreso la via di un mondo che dovrà contemplare in pratica una strapotenza di chi è dotato di doti magiche e una riduzione a una condizione quasi da schiavi di chi ne è sprovvisto, ha mostrato il suo vero volto alla fine del capitolo primo ( una delle mosse più azzeccate, il nome di Johnny Depp celato accuratamente da titoli e manifesti) e ora si prepara a mettere in atto i propri disegni: Silente contatta lo zoologo magico Newt Scamander, in quanto non può battersi testa a testa, o sortilegio contro sortilegio, con lo stregone invasato, e scatta quindi la nuova avventura. Se "Animali fantastici" parte I aveva convinto con una briosità, ed una spensieratezza che era venuta via via a mancare nella saga potteriana, qui si nota l'affermarsi dello schema caro alla scrittrice inglese: e cioè, via via che la storia generale approfondisce la presentazione dei personaggi, e l'evolversi delle vicende, il tratto si fa più cupo, l'atmosfera meno adatta ad un pubblico di bambini piccoli e il tutto si fa meno edificante. Potrebbe anche andar bene, ma questo numero due è decisamente inferiore al primo film, che avevamo salutato con simpatia e trovato piacevole, più di diversi segmenti della serie di Potter. Se David Yates si avvia a diventare quel che era John Glen per 007, e cioè essere un affidabile esecutore per diversi capitoli, senza una spiccata personalità, la sceneggiatura mette in campo fin troppi personaggi, di cui a volte si fatica a capirne lo scopo, e, anche narrativamente, la trama si fa dispersiva, il che, sommato ad una durata presa da elefantiasi (due ore e un quarto sono troppe, per quel che il film racconta) non rende un buon servizio alla riuscita della pellicola. Inoltre, i duetti umoristici tra il rosso Scamander ed il pingue Kowalski avevano più spazio nel titolo precedente, ad attenuare la tendenza al dark della narrativa rowlinghiana, e degli animali fantastici che titolano la serie, c'è molta traccia in meno. Riuscito, paradossalmente, meglio quando assume la vera e propria parte cupa di sè, l'atto secondo non dà grande risalto agli attori: da notare, però, la bellezza sempre più raffinata di Zoe Kravitz.

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