martedì 6 ottobre 2015


INSIDE OUT (Inside out, USA 2015)
DI PETE DOCTER, RONNIE CARMEN
ANIMAZIONE
FANTASTICO/COMMEDIA/SENTIMENTALE
Come colori primari, le cinque emozioni basiche ( Gioia, Tristezza, Disgusto, Paura, Rabbia) di una ragazzina in una fase delicata della sua vita, visto che è alle soglie della pubertà, e si è trasferita dal Minnesota in cui è cresciuta a San Francisco, con una situazione non semplice in casa, in cui il padre è alle prese con difficoltà lavorative, vivono di vita propria: gestiscono i ricordi, controllano l'umore, a volte difficoltosamente collaborando tra loro. L'ultimo titolo Pixar sta macinando incassi considerevoli, come quasi tutti i film prodotti dalla casa che con "Toy Story" rivoluzionò, di fatto, il concetto di animazione al cinema. La sceneggiatura ha la capacità di appassionare lo spettatore, dopo avergli mostrato, per metà racconto, come funziona la mente e come le emozioni abbiano un vero e proprio mondo da organizzare, inquadra i due personaggi più opposti, Gioia e Tristezza, facendo loro compiere un viaggio per salvare l'equilibrio della loro ospite. Al di là dell'inventiva di animatori e sceneggiatori, che, appunto, creano un microuniverso con crepacci, creature, punti di riferimento e passaggi che flirtano con l'astrattismo, è vero che è una pellicola che forse, agli spettatori sotto i dieci anni, potrà parere in alcuni momenti più faticosa di altre partorite dalle grandi majors dei disegni animati, ma è un bellissimo tentativo di spiegare che i passaggi da un'età ad un'altra dell'esistenza sono meccanismi inevitabili, e che predisporsi al cambiamento può solo aiutare a viverli meglio. Divertente, ma più spesso intimo e dedito a sfiorare chi lo guarda nella propria memoria, e sull'importanza del ricordo, del vissuto insiste a ragione, per sottolineare che è fondante in ogni essere vivente, "Inside out" è uno dei lavori più complessi, e felicemente risolti di Pixar e Disney associati. 

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