venerdì 8 aprile 2022


 
THE END? -L'inferno fuori I(I, 2017)

DI DANIELE MISISCHIA
 Con ALESSANDRO ROJA, Claudio Camilli, Benedetta Cimatti, Bianca Friscelli.
HORROR
Un giorno a Roma come tanti, almeno all'inizio: un giovane manager sicuro di sé, arrogante e avvezzo a trattare il prossimo come inferiore rimane bloccato in ascensore nel palazzo in cui lavora, la mattina in cui dovrebbe chiudere un affare importante. Comincia a chiamare l'assistenza, si infuria, maltratta per telefono chi può, ma di lì a poco, con la scarsa visuale delle porte semibloccate, si capisce che una terribile, e inaudita situazione sta diventando incontrollabile: un virus sta tramutando tanta gente in zombie, che aggrediscono uccidendo e rendendo come loro i disgraziati che riescono a ghermire. Esordio per Daniele Misischia, che nel frattempo ha girato un secondo lavoro, "Il mostro della cripta", "The end?- L'inferno fuori" è un tassello in più nella crescente convinzione che il cinema di genere in Italia stia rinascendo: e va preso come un fatto assolutamente positivo, perché, per anni, ci siamo lamentati che si girassero ormai solo commedie o film d'autore per lo scarso coraggio dei produttori. Inoltre, l'idea azzardosa di ambientare quasi tutto un film in una cabina d'ascensore, e quindi in un luogo ristrettissimo, giocando però su quanta tensione e volume narrativo si possano creare, è una scommessa vinta dal regista, che ambienta all'aria aperta solo l'incipit ed il finale del racconto. Certo, si sono già viste diverse di queste cose, l'apocalisse zombie improvvisa è un classico del cinema orrorifico, però il gioco regge, e, tra l'altro, Misischia va deciso sullo splatter solo ad un passo dal finale, sfruttando maggiormente l'atmosfera. In un ruolo che si prende quasi tutto il film sulle spalle, Roia dà un'interpretazione assai convincente, facendo provare allo spettatore un'immediata antipatia ma poi rendendolo partecipe del terrore che attanaglia il personaggio e alla lunga inducendolo a sperare che si salvi. Ben fotografato e montato con scioltezza, un discreto horror di casa nostra, che magari aproda ad un finale misteriosamente positivo, ma è uno dei pochi difetti di questo lungometraggio.

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