domenica 10 aprile 2022


 
PINOCCHIO ( I, 2019)

DI MATTEO GARRONE
Con FEDERICO IELAPI, Roberto Benigni, Marine Vacth, Gigi Proietti.
FIABA/AVVENTURA
È uno dei testi classici che il cinema ha piùvolte riesplorato e rielaborato: l'opera più celebre di Carlo Lorenzini detto il Collodi ha conosciuto versioni animate, asiatiche, fantascientifiche, ricche di effetti speciali o più basate su una messinscena artigianale, le più disparate come traduzione e chiavi di lettura. Aveva fatto sensazione l'annuncio che Matteo Garrone, dopo "Dogman" si sarebbe concentrato su una sua versione del romanzo collodiano, e all'uscita del film la risposta del pubblico è stata forte, facendo sì che questo lungometraggio risultasse uno dei maggiori successi di una stagione bersagliata dall'avvento del COVID. Garrone sceglie la via filologica, rimanendo più fedele possibile alla pagina scritta da Collodi, lontano dalla versione disneyana, che, per quanto sia un capolavoro del cinema, ha raccontato in maniera alterata l'originale ( una cosa per tutte: il pescecane del romanzo divenuto un capodoglio nel cartoon del 1940): notevole l'apporto, in sceneggiatura di Massimo Ceccherini, che interpreta anche una Volpe si buona resa ( il gatto invece è Rocco Papaleo), e valido il cast di bei nomi, tutti funzionali. Però, per quanto ben realizzato e palesemente concepito come film da vendere, e bene, anche all'estero, al film di  Garrone manca la poesia, quella tonalità di sincerità e di genuina naiveté del "Pinocchio" comenciniano, a tutt'oggi ancora la versione più riuscita e coinvolgente. Nota di merito particolare al Geppetto di Roberto Benigni, cui è concessa l'unica scena comica, quella in cui ha bisogno di mangiare, e in taverna trova tutti i difetti a tavoli e sedie: se la sua rilettura del classico di Collodi, nel 2002 quando uscì fece incassi notevoli, ma di fatto segnò l'inizio del peggioramento della sua carriera al cinema, qui l'attore e regista toscano offre una prova entusiasmante.

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