giovedì 26 agosto 2021


 
DOMENICA È SEMPRE DOMENICA (I, 1958)

DI CAMILLO MASTROCINQUE 

Con ALBERTO SORDI, VITTORIO DE SICA, LORELLA DE LUCA, MARIO RIVA.

COMMEDIA

Se, come io stesso ho ripetuto più volte, la commedia spesso deve raccontare il proprio tempo per permettere sia nel presente una lettura migliore di società e costume, sia, e forse, soprattutto, per testimoniare ai posteri come fossero certi aspetti di una società nel dato tempo di realizzazione e uscita del film, "Domenica è sempre domenica" può considerarsi una valida rappresentazione di tale teoria. Si racconta, in un flusso rapsodico, fatto di piccole storie che si intrecciano attorno al fortunatissimo programma televisivo "Il Musichiere", condotto da Mario Riva, un'Italia alla mano, forse sempliciona, un po' rigida ma alle porte del boom economico, con ricchi scialacquatori, industriali in gamba con passatempi un po' anomali, volti celebri con lati obiettivamente differenti da quelli pubblici. Delle storielle che si intersecano l'una nell'altra, quella che forse appare meno utile è quella della cameriera vistosa che lascia la casa dove lavorava per andare in treno a Roma: vi sono Ugo Tognazzi e Dario Fo, che compare tra i passeggeri dello scompartimento, ma appare una parte fine a sé stessa, e tuttavia, l'interprete di "Venga a prendere un caffè da noi" nei film degli anni Cinquanta, a mio parere non risulta calibratissimo, cinematograficamente parlando, con troppe mossette e gesti sopra le righe. Meglio la parte con l'ex alto ufficiale Vittorio De Sica sommerso dai debiti e posseduto dal demone del gioco, così come il film viene ricordato, più che altro, per una caratterizzazione sordiana di un concorrente al gioco, ingegnere e titolare d'industria integerrimi e scorretto partecipante al gioco. Mastrocinque gestisce con professionalità attori e sceneggiatura, anche se, va detto, in mano a un Salce o a un Risi in forma questa pellicola avrebbe guadagnato in mordente, sfruttando meglio certi chiaroscuri potenziali.




 




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