lunedì 23 novembre 2020


PRECIOUS ( Precious, USA 2009)
DI LEE DANIELS
Con GABOUREY SIDIBE, Mo'Nique, Paula Patton, Mariah Carey.
DRAMMATICO
Arrivato in Italia "sponsorizzato" nientemeno che dal presidente americano in carica, all'epoca, Barack Obama come un film che avrebbe contraddistinto il nuovo corso, "Precious" ebbe meno impatto da noi che in patria, ove raccolse ottimi incassi e vinse diversi premi e attestati entusiastici di stima da parte della critica. La drammatica storia raccontata in questo film contempla l'esistenza tragica di una ragazza nera, obesa e semianalfabeta, che ha subito violenze dal padre e ha partorito un bambino affetto da sindrome di down, frutto del forzato incesto, e vive in una condizione di vessazioni perpetue da parte della madre, che la forza a mangiare, sfrutta il sussidio passando il tempo a guardare la tv e a maltrattare fino alle percosse la povera figlia: in un contesto in cui incuria, ignoranza e afflizione si mescolano ad una cattiveria impastata alla stupidità profonda, per fortuna la giovane protagonista incontra chi può portarla fuori dal suo personale inferno. Tratto da un romanzo firmato da Sapphire, questo racconto di crudeltà e compassione ambientato nella Harlem del 1987 ha un percorso classico, salvo nelle fantasie della ragazza che si vede star sul tappeto rosso, o diva dei nascenti social network, per evadere dal degrado quotidiano in cui vive: la regia di Lee Daniels è meno ispirata di quanto il soggetto richiederebbe, rimanendo su una visione civilista, qua e là scivolando sul superficiale, riscattandosi con la conduzione degli interpreti ( infatti Mo' Nique, nella prova della mostruosa madre della protagonista, è la madre più odiosa vista su uno schermo dai tempi della Faye Dunaway/Joan Crawford di "Mammina cara" che picchiava la figlia con una gruccia). Impossibile, tuttavia, non provare un moto di commozione nella scena in cui Precious finalmente si scuote dalla sua apparente apatia, e, nella classe in cui l'hanno messa, crolla in lacrime: un appello alla pietà verso una povera creatura nata e cresciuta nel posto sbagliato, e accanto alle persone più abiette, che arriva insindacabile.

 

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