mercoledì 13 novembre 2019

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TUTTO IL MIO FOLLE AMORE ( I, 2019)
DI GABRIELE SALVATORES
Con CLAUDIO SANTAMARIA, GIULIO PRANNO, Valeria Golino, Diego Abatantuono.
DRAMMATICO
Lungo le strade di Slovenia e Croazia, venendo "da Trieste in giù", come diceva la canzone, è il viaggio verso una meta effimera, due "concerti" di Willi, il "Modugno della Dalmazia", come si fa chiamare, ex cantante da crociera, che imita il grande Mimmo, mentre invece saranno prestazioni a un matrimonio gitano, e ad una gara di liscio per giovanissimi. La cosa curiosa è che lo segue il figlio Vincent, autistico ( anche se il film non specifica mai esattamente cosa abbia il ragazzo), fuggito dall'affettuoso controllo della madre e del marito che si è fortemente affezionato al figlio adottato. Dalla storia vera di Franco e Andrea Antonello, traslata già nel libro "Se ti abbraccio non avere paura", di Fulvio Ervas, un film sospeso tra avventura e sentimento che nell'imbracatura del road-movie, infila anche un inseguimento, quello della madre del ragazzo, assieme al marito, editore poco fiducioso verso i nuovi talenti; come risaputo, il titolo viene da un verso della canzone "Cosa sono le nuvole" di Domenico Modugno, che aveva musicato dei versi di Pasolini, collaborando al film "Capriccio all'italiana", ed è una delle riproposte del personaggio di Santamaria nei suoi concerti di poco conto, con cui tira a campare. Salvatores da qualche anno convinceva fino ad un certo punto, realizzando spesso pellicole buone per un pò tutti i mercati, ma che, nella sostanza, rimanevano operazioni abbastanza di superficie, pur messe insieme con tanta buona intenzione. Qua, invece, il film arriva, anche se, forse, lo fa ancora di più a visione finita da un pò, dando allo spettatore il tempo ed il modo di rielaborare quel che ha visto: sembra che, con a disposizione una storia in cui si potrebbe viaggiare a tutto sentimento, la regia smorzi puntualmente il potenziale pathos, per non cedervi. Invece, l'intero racconto è distillato con discrezione, iniettando l'aspetto emotivo nel pubblico, che sentirà tutta insieme la componente commovente di una concatenazione di affetti scomodi, non ammessi e inscindibili, portando in scena la ritrosia maschile a mostrare l'incrinatura dei sentimenti che emergono. Il nuovo attore Giulio Pranno è prodigioso nel rendere le movenze scoordinate, la gioia sempiterna degli occhi di questo ragazzo imprigionato nella mente di un bimbo, Claudio Santamaria fornisce vitalità al suo sbandato tuttavia di cuore, Valeria Golino dà giusti contrasti ad un personaggio sempre fuori posto, e Diego Abatantuono, con misura asseconda il gioco del regista, mostrando un'esuberanza leggera ed una malinconia in mezzi toni. 

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