domenica 17 novembre 2019

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CUORI SOLITARI  ( I, 1970)
DI FRANCO GIRALDI
Con UGO TOGNAZZI, SENTA BERGER, Silvano Tranquilli, Clara Colosimo.
COMMEDIA
Ancor prima dei titoli, la coppia agiata formata da Stefano (Ugo Tognazzi) e Giovanna (Senta Berger), lui di sedici anni più grande, la scopriamo annoiata e persa nei clichès della consuetudine: per dare una scossa al mènage matrimoniale, l'uomo comincia ad interessarsi al nascente fenomeno degli scambi di coppia, che sui giornali, all'epoca, cominciava sfacciatamente con i fermo posta. Nonostante le ritrosie della donna, l'insistenza del marito, rivenditore di moquette, ha la meglio, ma i primi incontri sfociano nel ridicolo: finchè, nonostante tutto sembri come i voleri del maschio, la realizzazione della fantasia sia meno gradevole di come immaginata.... Franco Giraldi era un cineasta che non disdegnava il western, e per le commedie cercò spesso Tognazzi come protagonista di storie che non si vergognavano di mostrare personaggi con una bella dose di meschinità (vedere anche "La supertestimone"), e che pungolavano il maschio italiano che, a parole voleva ostentare mente aperta e adeguamento a nuovi orizzonti sessual-morali, ma poi faceva riemergere ben altro. "Cuori solitari", con tema abbastanza audace per essere un film nato a cavallo tra i Sessanta e i Settanta è una pellicola che, rivista oggi, presenta un interessante approccio, anche perchè non è affatto sguaiata, considerato l'argomento, ma è forse fin troppo consistente nel minutaggio. Ad una prima parte arguta e mordace, ne succede una seconda più floscia, che ogni tanto annoia, e si perita più che altro di arrivare al ribaltamento di prospettiva finale, con bacchettata finale all'ipocrisia borghese che, pur di non rispondere al vero, butta giù tutto ingoiandolo per il rispetto della facciata. Ugo Tognazzi era forse, tra i cinque grandi della commedia, quello più libero dai propri autoriferimenti e più curioso come attore nel rivestire ruoli anche ingrati (e la sua "medietà" fisica aiutava non poco in questo), e fa un ritratto di uomo mediocre con abilità e padronanza d'interprete, e Senta Berger, bellissima, permea di perplessità e leggera amarezza una donna insoddisfatta, ma migliore del partner. 

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