domenica 21 aprile 2019

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SHAZAM! ( Shazam!, USA 2019)
DI DAVID F. SANBERG
Con ZACHARY LEVI, ASHER ANGEL, Mark Strong, Jack Dylan Grazer.
FANTASTICO/COMMEDIA
Investito da un antico mago, messo a guardia di tale potere, un ragazzino di quindici anni, ospite di una casa famiglia, giacchè ha smarrito la madre da piccolissimo, diventa, pronunciando la parola magica "Shazam!" un supereroe con tuta rossa, un fulmine sul petto e una mantella bianca con tanto di cappuccio, che rimarrà inutilizzato: dopo il non scontatissimo boom di "Aquaman" al box-office a inizio anno, prosegue la sfida DC-Marvel su schermo. Il risultato di "Justice League", che avrebbe dovuto essere, nelle intenzioni, l'anti "Avengers" non ha convinto i boss del colosso cinefumettoso, e il rilancio di personaggi considerati, erroneamente, di minor interesse quali il semidio acquatico, Wonder Woman, e ora questo eroe capace di volare, lanciare fulmini, invulnerabile a proiettili o altro, e dotato di forza prodigiosa, sembrano riportare in proporzione la lotta economico-spettacolare. Fin dai manifesti è chiaro che "Shazam!" è un'operazione più ilare dei titoli precedenti di casa DC, che il tono punta sul leggero, e che la regia di David F. Sanberg adotta una chiave di commedia fantastica per raccontare la genesi del personaggio e la sua prima battaglia contro una nemesi, quale il dr. Sivana, posseduto dai demoni dei sette peccati capitali. La pellicola svolge abbastanza bene la sua missione di intrattenimento per famiglie, pur senza innescare un coinvolgimento di minimo stupore, anche per lo smorzamento continuo di qualsiasi tensione con battute e ammiccamenti: se, però, l'idea era di creare un rivale per il ben più dissacrante "Deadpool" di casa Marvel, la necessità di puntare ad un target familiare, attenua la carica comica e suscita poco più di qualche sorriso, invece del sarcasmo acido della serie del vigilante ciarliero e sboccato. Probabile un sequel, come accenna la scena dopo i titoli: se Zachary Levi fa anche troppe mossette e cerca continuamente di rimanere simpatico, Mark Strong, altrove interprete di solido valore, fa un cattivo canonico e senza colpi d'ala. 

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