domenica 16 dicembre 2018

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MOWGLI- Il figlio della giungla
( Mowgli: Legend of the jungle, GB/USA 2018)
DI ANDY SERKIS
Con ROHAN CHAND, Matthew Rhys, Freida Pinto.
AVVENTURA
Di grosse produzioni messe su in contemporanea dalle majors è piena la Storia del cinema, vedi, per fare due esempi, i due film su Wyatt Earp del 1994 ("Tombstone" di George Pan Cosmatos, e appunto "Wyatt Earp" di Lawrence Kasdan"), e i due progetti sul rischio-Ebola dell'anno dopo ("Virus letale" di Wolfgang Petersen e l'abortito "Crisis in the hot zone" di Ridley Scott): di solito, chi arriva primo è più facile che vinca la sfida al box-office, e l'altro film ne esce con le ossa rotte, con brutto colpo economico allo studio produttore. Abbiamo avuto la versione live-action de "Il libro della jungla" un paio di stagioni fa, di Jon Favreau, nel filone degli adattamenti con attori ed effetti speciali dei classici dell'animazione Disney (prossimi ad uscire "Dumbo", "Aladdin" e "Mulan"), e Andy Serkis, l'interprete "mascherato" di Gollum, alla sua seconda prova da regista ha voluto trarre una propria lettura del romanzo di Rudyard Kipling più fedele all'opera letteraria, e dai toni meno edulcorati. Se, infatti, si ha occasione di leggere i due "Libri della jungla" dell'autore angloindiano, si avrà modo di constatare quanta amarezza, e quanta malinconia sia nel racconto, ricco di poesia e di inventiva sulle regole della Natura: in questa versione, uscita direttamente sulla piattaforma Netflix, si assiste ad un film avventuroso in cui gli effetti speciali non vengono certo lesinati, essendo gli animali ricreati con l'ausilio della computer graphic, ma con la particolarità dei tratti basati sull'interprete che dà loro voce ed espressione. Se la tigre Shere Khan ha infatti un muso atipico, è perchè è modellato su Benedict Cumberbatch che le dà "volto" e voce nella versione originale. Appassionato e coinvolgente, ben curato nelle parti d'azione, il film non dimentica di sottolineare le crudeltà della Natura, e la durezza del crescere di un giovanissimo, nell'imparare che il mondo ha le sue regole, da accettare o da mettere a rischio la propria assistenza scontrandovisi. Molto meno adatto ai bambini di entrambe le versioni disneyane, raccontando l'avventura di un "cucciolo d'Uomo" che assorbe gli insegnamenti del mondo selvaggio pur non riuscendo a soffocare la propria umana essenza, si schiera nettamente dalla parte della purezza dell'Ambiente, sottolineando la gratuità di certe malvagità umane.

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