sabato 20 ottobre 2018

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BEIRUT ( Beirut, USA 2018)
DI BRAD ANDERSON
Con JON HAMM, ROSAMUND PIKE, Shea Wingham, Dean Norris.
THRILLER/DRAMMATICO
Sembra che la sceneggiatura di "Beirut" sia stata scritta addirittura nel 1991, ma Tony Gilroy non avesse trovato finanziatori che lo aiutassero a farla diventare un vero film, fino a che gli Oscar andati in premio a "Argo" non hanno mosso di nuovo l'interesse verso titoli che riguardassero intrighi di occidentali in Medio Oriente. Qui c'è un antefatto del 1972, in cui un diplomatico americano è di stanza in Libano, a Beirut, ha preso con sè un ragazzo rimasto orfano, e in un'incursione di guerriglieri legata alla presenza del fratello del giovane adottato nell'attentato contro gli atleti israeliani a Monaco, gli viene uccisa la moglie: l'uomo viene via dal paese, ritorna in USA, e si dà all'alcool e a diventare un venditore, fino a che, dieci anni dopo, viene ricontattato da uomini dei servizi segreti e inviato a Beirut per dare una mano a sbrogliare una faccenda pericolosa. "Beirut", di cui è regista il Brad Anderson di cui si era visto il thriller imperfetto ma interessante "L'uomo senza sonno" risulta un thriller a sfondo politico-storico molto volenteroso, ma che, se da un lato sfrutta un pò di clichès ( l'americano in una realtà che non capisce, il protagonista che dopo un trauma diventa alcolizzato) dice cose relativamente poco nuove sulla matassa ingarbugliatissima di intrallazzi, doppi giochi, tradimenti e trattative vigenti da sempre nella delicatissima e violenta parte più ad Occidente dell'Asia. E poi, dopo aver mostrato il cinico opportunismo occidentale, che lascia segni profondi e cadaveri a terra in zone lontane, e poi se la svigna in modo molto disinvolto, il finale fa sventolare fieramente una bandiera a stelle e strisce in maniera ambigua. Peccato, perchè la prova di Jon Hamm, in pratica la prima da protagonista assoluto in un lungometraggio, è buona e dimostra che l'attore può diventare una star anche cinematografica, mentre Rosamund Pike è alle prese con un personaggio scritto forse tenendo fin troppo di conto i limiti di un carattere reticente e di cui non si può mai sapere se fidarsi o meno. 

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