giovedì 27 settembre 2018

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L'UOMO DELLA STRADA FA GIUSTIZIA ( I, 1975)
DI UMBERTO LENZI
Con HENRY SILVA, Raymond Pellegrin, Luciana Paluzzi, Silvano Tranquilli.
DRAMMATICO
I vendicatori nel cinema italiano di serie B degli anni Settanta, da Maurizio Merli a Claudio Cassinelli, da Franco Gasparri a Tomas Milian, fino a Henry Silva, erano ciò che un certo pubblico voleva vedere: di fronte all'ondata di crimine efferato, con rapimenti, rapine a mano armata, stupri, omicidi e pestaggi, lo Stato appariva lento o con le mani legate, e quindi mettere "l'onesto cittadino", che subisce un torto in modo drammatico, quando non addirittura tragico, che segna la sua esistenza, alle calcagna dei malviventi, ricorrendo ad una violenza inevitabile, mandava la gente a casa teoricamente contenta. Sinistramente, quello che accade per certi versi sui social network oggi, sui quali si registra un pericoloso aumentare di invocazioni a metodi draconiani per sconfiggere chi delinque: "L'uomo della strada fa giustizia", rispetto ad altri titoli similari, mette una relativa critica a chi applica la legge del taglione affrontando i criminali, dicendo senza mezze misure che chi organizza ronde e missioni punitive è pari a uno squadrista. L'ambiguità del film, però, si rivela quando all'esacerbato ingegnere Henry Silva, cui viene uccisa la piccola figlia poco dopo l'inizio del racconto, dopo molti tentennamenti, botte prese e tentativi di scoraggiarne l'impeto investigativo, capita un fucile in mano, e si può immaginare benissimo come finirà. Lenzi, rispetto a Castellari e Massi, abbozzò un tentativo di dare una chiave politica, meno reazionaria nel girare film di questo genere, va detto, onestamente. Però alla fine è sempre la solita sbobba, con qualche sequenza d'azione girata professionalmente, tanto sangue schizzato, violenze varie perpetrate con soddisfazione: Henry Silva è espressivo quanto un portacenere, e riesce a fare a pugni con l'impermeabile per quasi tutto il film, senza sporcarlo o sciuparlo, meglio Raymond Pellegrin nel ruolo del commissario sotto pressione. 

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