sabato 21 ottobre 2017

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L'UOMO DI NEVE ( The Snowman, GB 2017)
DI TOMAS ALFREDSSON 
Con MICHAEL FASSBENDER, Rebecca Ferguson, Charlotte Gainsbourg, J.K. Simmons.
THRILLER 
Harry Hole è il protagonista di diversi dei romanzi scritti da Jo Nesbo e divenuti best-sellers internazionali: investigatore sagace ma avvezzo a lasciarsi troppo andare con la bottiglia, vive spesso situazioni limite e si getta come un mastino sulle tracce di assassini nel gelo candido della Norvegia. "L'uomo di neve" è tratto dal settimo libro su Hole, e vede un killer far apparire un pupazzo di neve in prossimità dei lluoghi in cui vivono le sue vittime, per poi decapitarle con un cappio elettrico; Hole indaga, affiancato da una neocollega molto bella, per scoprire che l'assassino sceglie donne che ritiene colpevoli di comportamenti scellerati. E' vero che un'opera cinematografica che viene tratta da un romanzo deve diventare una cosa a sè stante, e che non debba rimanere troppo legata al testo originario, per non correre il rischio di apparire fin troppo ricalcante la pagina scritta. Però, del romanzo, "L'uomo di neve" conserva lo spunto, e, più o meno, il telaio della storia di Nesbo, ma si prende diverse libertà ( per fare un paio di esempi, muoiono qua due personaggi che nel libro invece rimangono vivi, e pure il flashback che rivela il trauma di chi uccide, è abbondantemente diverso), stravolgendo di parecchio il romanzo. Ma non è il male principale: è che l'intero film è mal sceneggiato, dando un'impressione di pressapochismo, narrativamente parlando, piuttosto marcato. Personaggi che sembra abbiano un peso decisivo nel racconto, dimenticati per strada o destinati a rimanere ai margini, e altri che, stando a quanto ci mostra la pellicola, non si capisce perchè si debba seguirli, vedi il magnate interpretato da J.K. Simmons, che nel libro è una bandiera di narcisismo su cui la trama si concentra per vari motivi, e qui appare più volte, ma senza alcuna reale funzionalità per il racconto. Nonostante l'evidente sforzo produttivo, e l'ambientazione riuscita in un luogo inusuale per il cinema occidentale come Oslo, "The Snowman" si rivela essere una delusione, in cui gli attori rivestono in modo poco convinto i personaggi interpretati, e non si respira quasi mai la tensione che nel libro invece, a parte un finale fin troppo spaccone, spesso tiene su il lettore. Peccato, perchè di Alfredsson, il precedente "La talpa" era stato un bell'adattamento da Le Carrè, ricco di dettagli e di sfaccettature atte a raccontare i personaggi: qua, tutto ciò manca.

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