sabato 7 ottobre 2017

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BLADE RUNNER 2049 ( Blade runner 2049, USA/CAN/GB 2017)
DI DENIS VILLENEUVE
Con RYAN GOSLING, HARRISON FORD, Ana De Armas, Jared Leto.
FANTASCIENZA/NOIR
Quando uscì, "Blade runner" fu un buon successo di pubblico, e confermò l'interesse della critica per Ridley Scott, atteso, a tre anni dalla sua prima grande affermazione al cinema con "Alien", per questo noir virato in fantascienza, ambientato in una oscura e piovosa Los Angeles: il culto del film però esplose circa cinque anni dopo la sua uscita, con citazioni a raffica ( il famoso monologo di Roy Baty/Rutger Hauer prima di spegnersi) e, benchè si vociferasse da un bel pò di un sequel, il progetto era stato rimandato per anni. Prodotto dal regista originario, e affidato al canadese Denis Villeneuve, giunge oggi questo secondo episodi della caccia ai "replicanti", androidi quasi in tutto assomiglianti agli esseri umani: conosciamo l'agente K in missione, in cui si reca in visita da un potenziale "replicante", e la colluttazione con questi porta l'investigatore a scoprire cose forse remote nella sua mente, che potrebbero avere un forte peso anche nella società ormai quasi disumanizzata del 2049, e lo conducono sulle tracce di un suo predecessore, Rick Deckard. I timori erano non pochi, da parte degli appassionati del film del 1982, che questa si rivelasse un'operazione superflua, quando non addirittura deleteria: però Villeneuve è bravo, e seppure abbia un passo narrativo scrupoloso e lontano dai ritmi alti hollywoodiani, conferisce all'intero lungometraggio una grande possanza visiva, con scenari cupamente grandiosi, che intimidiscono sia i personaggi sullo schermo, che gli spettatori. E' un'opera assai complessa, "Blade runner 2049", pur concedendo allo spettacolo anche scene d'azione molto ben congegnate, è un film realizzato con molta cura, eleganza e sapidità d'argomenti: buono il casting che ripesca interpreti del primo film , anche per brevi partecipazioni, come Edward James Olmos, e fa comparire al momento giusto Harrison Ford, lasciando molto del racconto sulle spalle di Ryan Gosling. Per quanto riguarda le musiche, pur funzionali, queste non rimarranno tra le più belle firmate dal pur bravissimo Hans Zimmer, mentre quelle del primo lungometraggio erano di un Vangelis all'apice della forma e dell'ispirazione.  Nella ricerca di Deckard da parte di K, si ha modo di scrutare gli effetti di una globalizzazione impietosa, un agglomerato biologico stridente, con esseri umani di varie etnie tenuti insieme per forza, lo sfruttamento esecrabile di bambini come mano d'opera, bidonville che pulsano di masse ribollenti, un'umanità che sempre più a fatica ha coscienza di sè. Tutti dilemmi che fanno emergere diversi punti nevralgici di un Oggi molto difficile da decifrare e guidare verso ulteriori evoluzioni. Per cui, "Blade runner 2049", non sarà il film che ci aspettavamo, ma invece di suggerire un potenziale futuro, riesce a  stagliare un inquieto sguardo sul presente per mandarci a casa volutamente non rassicurati.                                                                                                                                                                                                                               

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