domenica 14 giugno 2015


TOMORROWLAND- Il mondo di domani
(Tomorrowland, USA 2015)
DI BRAD BIRD
Con  BRITT ROBERTSON, GEORGE CLOONEY, Raffey Cassidy, Hugh Laurie.
FANTASCIENZA
Costato una cifra ingente, e atteso come uno dei blockbuster dell'anno dalla casa di produzione Disney, "Tomorrowland" non riprenderà, se non a fatica, le spese avute per realizzarlo: eppure, la regia di Brad Bird, la presenza di una star come George Clooney e un divo della tv quale Hugh Laurie come antagonista, ed un vistoso sforzo per effetti speciali e scenografie, parevano quel che ci vuole per attrarre numerosi spettatori nelle sale. Dopo un prologo ambientato nel 1964, l'azione viene spostata ai giorni nostri, c'è una ragazza molto intelligente, forse speciale, che si ritrova coinvolta in una vicenda che le svelerà un mondo parallelo, verità raggelanti sul futuro, e però anche una probabile via d'uscita dalle visioni più inquietanti sul Domani. Bird, con evidenza, guarda soprattutto ad un pubblico di ragazzi, annettendo al suo messaggio "verde" una trama piuttosto movimentata e ricca di scene d'azione, con trovate tecnologiche di buon impatto, il tutto permeato da un'ironia e da un tono bonario che ha il sapore dei più riusciti lavori "live action" Disney degli anni Sessanta. C'è da dire che, tuttavia, certe cose lasciano perplessi, e più di una volta, lo spettatore più adulto si trova a chiedersi come mai la sceneggiatura abbia un'introduzione al cuore del racconto molto lunga, e si ritrovi a tirar via su alcuni snodi importanti, e in quasi tutta la parte che anticipa il finale, e, soprattutto, come mai il controcanto tragico della vicenda (un amore per forza di cose impossibile) sia lasciato in secondo piano. Degli attori, uno sdrucito e fortemente invecchiato George Clooney fa buona figura, ma la carica entusiasta delle promettenti Britt Robertson e Raffey Cassidy ( da tenere d'occhio, per la personalità sfoggiata) lo sovrastano. Divertente e simpatico, anche se talvolta i dialoghi sono fin troppo costruiti, e risultano quasi artificiosi, considerando, più che altro, il giovanissimo target cui l'operazione punta.

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