martedì 4 ottobre 2022


 
TUTTI I COLORI DEL BUIO ( I/ES 1972)

DI SERGIO MARTINO

Con EDWIGE FENECH, George Hilton, Nieves Navarro, Ivan Rassimov. 

THRILLER 

Si apre con una visione sconcertante: una donna nuda incinta, un travestito grottesco che ride e abbozza un balletto burattinesco, e intorno una culla e bambole su sfondo nero, mentre una nenia inquietante fa da sottofondo. Si prosegue con la bellissima Jane, che, a Londra, in un incidente automobilistico perde il bimbo che porta in grembo: da lì in poi, la giovane donna sembra perdersi, visto che con il marito trova difficile dialogare, la sorella con cui ha un legame forte pare non capirla più, e dando retta ad una vicina di casa, viene introdotta presso una setta che sacrifica animali e ne beve il sangue, e viene posseduta carnalmente da diversi adepti, guidati dal leader, un santone che viene venerato nonostante l'aria fortemente sinistra che emana. C'è, tuttavia, una spiegazione dietro a questa spirale di perdizione. Negli anni, "Tutti i colori del buio" è cresciuto nella considerazione di tanti cinefili, divenendo uno dei titoli più apprezzati dei gialli italiani non girati dai "vati" Bava, Fulci e Argento nei Settanta: musiche d'effetto, un'ambientazione londinese non d'accatto, un soggetto che pur flirtando con il pruriginoso ( le grazie della stordente Edwige, si sa, erano incontenibili e incredibilmente fotogeniche...). Però lo snodo del mistero, allo spettatore un po' scafato e appassionato di thriller, risulterà facilmente intuibile già dopo una mezz'ora di proiezione, dei passaggi a vuoto ci sono, e, soprattutto, verso il finale, affiora la sensazione che il film non si sapesse come farlo finire, giacché la resa dei conti appare forzata e tirata per i capelli. Però, c'è da dire, che almeno fino a metà film la storia funziona, e si sente la morsa claustrofobica che attanaglia la protagonista. Ma a Martino le cose scappano di mano e si perde di interesse via via che la storia va avanti.


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