mercoledì 14 settembre 2022



 MILANO TREMA: LA POLIZIA VUOLE GIUSTIZIA (I, 1973)

DI SERGIO MARTINO
Con LUC MERENDA, Richard Conte, Silvano Tranquilli, Martine Brochard. 
POLIZIESCO
Il giovane commissario Caneparo, di stanza nella Milano dei primi Settanta, accorre all'inseguimento di due evasi che, senza un briciolo di pietà, hanno ucciso sia chi li stava traducendo in carcere, sia un disgraziato padre e la sua bambina, dei quali hanno sequestrato l'automobile e hanno sparato ai due: dopo aver puntato la pistola verso i due malviventi, l'uomo di legge spara e li uccide. Il doppio colpo di mano costa caro alla carriera dell'investigatore, che ritroviamo, tempo dopo, insinuarsi nel giro di un grosso malavitoso ( chiamato "Padulo"!), conquistarsene la fiducia a suon di bravate, e fare amicizia con una prostituta eroinomane che lui chiama "Maria Ex". Ovviamente tutto ciò ha una ragione, che scopriremo a tre quarti di film. Inserito nel poliziottesco nella sua fase quasi iniziale, "Milano trema: la polizia vuole giustizia" è un excursus di Sergio Martino nel genere, con un protagonista specializzato nell'ammollare sganassoni e pistolettate come l'elvetico Luc Merenda e un villain altrettanto scafato come l'italoamericano Richard Conte, che si fa ovviamente sostituire nella scena in cui finalmente si arriva alla resa dei conti tra lo sbirro e il gangster. Ideologicamente piuttosto ambiguo, visto che all'inizio mostra un protagonista membro delle forze dell'ordine, consapevole che i cavilli legali non porteranno giustizia, ed allora applica la legge del taglione, per poi fare marcia indietro e scoprire che c'è una rete eversiva che punta a metodi durissimi contro il crimine e debellarla alla radice, il film ha una bella scena di inseguimento, una tenuta di ritmo agile, e una rozzezza di fondo che era comune ai tempi, in parecchi lungometraggi del medesimo filone.

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