lunedì 14 febbraio 2022


 
LA FIERA DELLE ILLUSIONI (Nightmare Alley, USA 2021)

DI GUILLERMO DEL TORO
Con BRADLEY COOPER, Cate Blanchett, Rooney Mara, Willem Dafoe.
NOIR
Già dalla prima sequenza abbiamo modo di constatare che il protagonista de "La fiera delle illusioni", Stan Carlisle, non sia propriamente uno stinco di santo: mette un cadavere avvolto in un sudario in una buca scavata nel pavimento di una casa, e dà fuoco al tutto. Vagabondando,  giunge a una fiera ambulante, in cui, come usava agli inizi del Ventesimo secolo, si attiravano spettatori proponendo fenomeni spesso giocando meschinamente su disgraziati nati deformi, o abbindolare il pubblico pagante con trucchi da circo. Dapprima ingaggiato come uomo di fatica, e poi in breve divenuto collaboratore di una delle attrazioni degli spettacoli, Carlisle apprende trucchi da mentista, che gli portano delle fortune, ma che rischieranno di fargli perdere il controllo della propria vita per eccesso di sicurezza nelle proprie capacità. Ritorno alla regia dopo l'Oscar conquistato nel 2018, "Nightmare Alley" è tratto dall'omonimo romanzo, uscito nel 1946 e firmato da William Lindsay Gresham: storia di potere effimero e ineluttabilità della sorte malevola con chi troppo azzarda, è un noir con screziature horror piuttosto marcate, in cui quasi tutti i personaggi, salvo pochissimi davvero, fanno a gara a chi ha l'anima più lercia, nonostante possano presentarsi con una facciata elegante, o seducente. Forse appena più lungo del dovuto, "La fiera delle illusioni" è però un bel noir con finale coerentemente cupo, in cui ogni strada per una possibile salvezza dalla dannazione è preclusa. Con una prima parte e una seconda che sembrano quasi due film distinti, Del Toro adopera al meglio un cast ricco, nel quale forse Cate Blanchett, seppure al solito magnetica, soffre un po' un personaggio da bionda fatale già visto troppe volte; ma compensano un mefistofelico Willem Dafoe e un David Strathairn perfetto nel ruolo di un illusionista alcolista, che dispensa qualche tratto di nobiltà d'animo. La smagliante qualità di luci ed ombre della fotografia del danese Dan Laustsen, collaboratore di lungo corso del regista messicano, incornicia egregiamente un racconto nerissimo con sapidità delle tinte.

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