giovedì 1 aprile 2021


FRAU MARLENE ( Le vieux fusil, F 1975)
DI ROBERT ENRICO
Con PHILIPPE NOIRET, Romy Schneider, Jean Bouise, Joachim Hansen.
DRAMMATICO
Il medico Julien, durante la II Guerra Mondiale, cura senza far differenza partigiani e collaborazionisti, in nome di un pacifismo sentito come dovere prima e natura poi: il conflitto infuria, nel 1944 i tedeschi cominciano a subire e si fanno più feroci, per questo il dottore, impegnato duramente a cercare di salvare vite, manda la moglie e la figlia nel castello di famiglia, in un paesino lontano dai grossi centri abitati. Orribilmente scoprirà, andato a visitarle, che sono appena state massacrate da una squadra di soldati germanici durante una ritirata, e che questi siano ancora occupanti il maniero: nell'uomo scatta una furia che lo porterà a sterminare, uno dopo l'altro, i carnefici delle sue amate. Philippe Noiret era scettico sul proprio personaggio, sebbene poi grazie a questa interpretazione vinse il César per il miglior attore protagonista nel '75, perchè lo preoccupava la giustificazione della vendicatività dell'uomo, all'epoca argomento tanto di moda quanto oggetto di polemiche e facilmente accusato di "fascismo": ispirato ad una storia purtroppo vera, la carneficina ad opera dei nazisti del piccolo paese di Oradour-Sur-Glane, che costò la vita di oltre seicento innocenti, il film di Robert Enrico appare non tanto come un'esaltazione della "revanche", ma più la drammatica sete di giustizia di un uomo armato solo della propria intelligenza e di un fucile da caccia. Costruito tra la coinvolgente strategia del medico vendicatore e i continui rimandi alla storia d'amore con la bellissima moglie, finita dapprima violentata dalla soldataglia e poi arsa viva con un lanciafiamme, il film appassiona e viene scandito in un arco breve, tra passaggi segreti, spazi che diventano trappole mortali e istinto di sopravvivenza a bilanciare il furore distruttivo. Bravissimo nel rendere credibile un uomo perbene che diventa un predatore lucidamente furibondo, Noiret appare degno sia del Cèsar vinto, che del David di Donatello ottenuto sempre per questa prova: toccante lo sguardo sperso del suo personaggio, nel finale, a cercare nella memoria la pace perduta.

 

Nessun commento:

Posta un commento