lunedì 1 marzo 2021


ARRIVANO I DOLLARI ( I, 1957)
DI MARIO COSTA
Con ISA MIRANDA, Alberto Sordi, Nino Taranto, Mario Riva.
COMMEDIA
La commedia all'italiana degli anni Cinquanta giocò spesso sul leggero, ma trattando tematiche ( com'é giusto che sia, è uno dei generi che maggiormente specchia la realtà da cui proviene) che si possono rintracciare in quell'epoca: logico che in un dopoguerra ancora con i segni della tragedia sia del conflitto mondiale, che di vent'anni di dittatura, ad esempio l'arricchimento facile e il salto di qualità di stile di vita fossero, più che mai, obiettivi rincorsi da tutti. In questo film corale si immagina che uno zio d'Africa sia passato a miglior vita, e ci sia appunto un'eredità da spartire in cinque nipoti, dato che l'uomo non aveva figli, ma arrivino la moglie ed un'altra signora, che è il notaio della medesima, per decidere a chi spetti a maggior ragione il bel gruzzolo: c'è il nipote debosciato Sordi, vedovo allegrissimo e benestante, quello avaro Taranto, quello scanzonato Riva, il gelosissimo Billi e lo scapolo Raimondi, ognuno con i suoi difettucci ( però quello di Alberto Sordi è un omicida confesso, visto che ha dato "la spintarella" alla ricca e bruttissima coniuge che aveva, per accaparrarsene il patrimonio...). Girato in maniera ordinata ma abbastanza anonima da Mario Costa, che con la commedia non aveva molta dimestichezza, e si vede abbastanza, il filmetto illustra un'Italia sempliciona e provinciale, pettegola e con non molte virtù: insistendo fin troppo su certe gags ( il marito geloso marcio di Riccardo Billi è scarsamente simpatico), i nomi più pesanti in commedia, quelli di Alberto Sordi e Nino Taranto, appaiono infine sprecati, e utilizzati non benissimo ( soprattutto il secondo), e appaiono in relative poche scene, nonostante fossero i più in mostra su manifesti e titoli. Brilla il fascino maturo di Isa Miranda, una bellezza qui già in avanti con gli anni ma ancora consistente: si sorride qua e là, ma molto meno di quanto succedesse con altri titoli brillanti italiani coevi. Eppure, c'è chi considera anche questo un piccolo classico, a modo suo.


 

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