sabato 11 agosto 2018

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ELLA & JOHN- The leisure seeker
( The leisure seeker, I/F 2017)
DI PAOLO VIRZI'
Con HELEN MIRREN, DONALD SUTHERLAND, Christian McKay, Janel Moloney.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Annunciato con entusiasmo dopo il buon risultato internazionale de "Il capitale umano", titolo con cui Paolo Virzì adattava un testo letterario con successo, discostandosi dalla commedia, genere in cui si è fatto un nome, "The leisure seeker" (il cercatore di svago) è stato presentato allo scorso festival di Venezia con apprezzamento da parte dei presenti: girato in inglese, in USA è stato accolto tiepidamente, e da alcuni critici americani accusato di una visione superficiale e parziale degli States da parte di un europeo. Tratto da un romanzo, omonimo rispetto al titolo internazionale, di Michael Zadoorian, narra di un viaggio, dal Massachussetts a Key West, di una coppia anziana, che è afflitta da gravi patologie: lei ha un cancro in fase molto avanzata, lui ha l'Alzheimer che lo porta a uno stato perennemente confuso tra conversazioni letterarie e momenti sempre più frequenti di confusione mentale. Partiti senza dire niente ai due figli, i due fanno molti incontri, in una traversata che ha un obiettivo finale prestabilito, nonostante l'apparenza del loro vagare scanzonato... Dramedy con un andamento rapsodico tra momenti rilassati e punte di commozione, dovute anche alla difficoltà dei due coprotagonisti riguardo ai due mali che li hanno colpiti, alle riflessioni sul tempo che è passato, e a quello che resta, sempre più corto, "Ella & John" ha due attori di gran livello, e si sapeva, impeccabili e coinvolgenti, soprattutto nel saper stare in equilibrio tra dramma umano e bisogno di leggerezza ( anche se quello di lei, nella scena della crisi di gelosia, e nel conseguente abbandono provvisorio del consorte, appare piuttosto forzato). Funzionano meno i dialoghi, che appaiono fin troppo preparati, non spontanei come di solito il cinema del cineasta livornese ci ha fortunatamente abituato, anche nei casi meno inclini al brillante quali appunto "Il capitale umano" e "La pazza gioia". E lo sguardo del regista, di fronte a panorami ammalianti, a cieli abbacinanti e tramonti ipnotizzanti, sa troppo del "forestiero" che scopre un mondo inusitato, con un che di impersonale nel modo di narrare la storia, che rende questo lungometraggio non tra le cose migliori di uno dei nostri migliori registi di oggi.

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