lunedì 27 agosto 2018

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CONTROMANO ( I, 2018)
DI ANTONIO ALBANESE
Con ANTONIO ALBANESE, Alex Fondjia, Aude Legastelois, Daniela Piperno. 
COMMEDIA
Abitudinario fino quasi alla mania, commerciante di calze e calzini che ha ereditato la bottega di famiglia, Mario Cavallaro è di quelli che si alzano sempre alla solita ora, vanno nel solito bar, e va in shock quando appunto i proprietari del caffè gli comunicano che hanno venduto il locale all'egiziano del kebap accanto: ancor più lo manda fuori dai gangheri l'africano che si mette a vendere calzini proprio davanti al suo negozio, facendogli concorrenza sleale, dato che li dà a prezzi molto più bassi dei suoi, e anche se la qualità è peggiore, i passanti comprano da chi li fa risparmiare. Così, il commerciante con un trucco sequestra l'extracomunitario e decide di riportarlo di persona in Africa: non sarà semplice, anche perchè per una serie di vicende, nel viaggio verso il continente nero si porteranno dietro anche la sorella dell'uomo, arrivando fino al mare e prendendo una nave per giungere sulle coste opposte.Ci saranno sorprese, anche perchè Cavallaro non è razzista come lo accusa l'africano Oba, ma solo esasperato, e più fesso che altro: eppure comunicare, tra esseri umani, e sviluppare una forma d'empatia, è sempre possibile... Il ritorno dietro la macchina da presa, dopo sedici anni, di Antonio Albanese, è una commedia su un problema oggi molto sentito come quello dell'immigrazione dall'Africa, provando a inquadrare un razzista di superficie, in realtà un uomo a disagio col mutamento della società, che tenta una personale soluzione, assurda e per lui azzeccata, alla questione che lo riguarda in modo contingente. Beccato dalla critica, poco frequentato dal pubblico, nonostante l'ottimo risultato commerciale dei due titoli precedentemente interpretati dall'attore lombardo, "Contromano" è più che altro una commedia molto malinconica, in cui la verve comica di Albanese è tenuta assai a freno, per lavorare maggiormente sui rapporti tra i personaggi. Purtroppo quel che difetta, soprattutto, è il ritmo, che non fa decollare mai il racconto, ed è un peccato, perchè l'assunto della pellicola non è nè insulso, nè banale: quando esordì con "Uomo d'acqua dolce", Albanese dette l'impressione di poter essere un regista garbato, e con una tecnica fluida alla Nuti, ma i titoli successivi, soprattutto "Il nostro matrimonio è in crisi", erano meno riusciti e più forzati. Qui lancia forse una scoperta, l'ispirata Aude Legastelois, una bellezza che ricorda la giovane Zeudi Araya.

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