lunedì 27 luglio 2015


BABADOOK  (Babadook, AUS 2014)
DI JENNIFER KENT
Con ESSIE DAVIS, NOAH WIESEMAN, Daniel Henshall, Barbara West.
HORROR
Che l'Uomo Nero sia una delle paure ancestrali dell'infanzia dell'Uomo Moderno, è assodato: che il "Babau" , con il nome rielaborato all'australiana, come suggerisce il titolo, abbia la forza delle inquietudini dei lati oscuri di una mente giovane, che trova tutto ciò di cui possa aver terrore negli anfratti non illuminati di una casa, è altrettanto risaputo. Ben accolto da molta stampa di settore, giunge anche sui nostri schermi questo horror oceanico realizzato l'anno scorso, che narra di una giovane vedova, che vive con il figlioletto in una grande casa, ancora scossa dal gravissimo evento occorso alla sua famiglia. Il bambino è ingegnoso, ma inquietante e isolato: le sue stranezze mettono a disagio gli altri bambini, e la madre si sente altrettanto spersa, tra una sorella che la tratta con durezza, e l'ambiente lavorativo, un ospizio in cui fa l'inserviente, ha l'unico conforto delle buone parole di un'anziana vicina di casa. Quando, ad un certo punto, compare un libro rosso che annuncia l'iter del "Babadook", appunto, cominciano ad accadere cose sinistre, che sono i segnali dell'insinuarsi della creatura troppe volte evocata, e forse meno fantastica di quanto si pensasse... Girato in economia, con effetti speciali più affini all'artigianato che ai moderni prodigi della CGI, il film ha un'ottima prima parte, quella in cui si gioca su una tensione psicologica effettiva, e che tra l'abilità della regista  e la bravura dei due interpreti principali, la stranita Essie Davis e l'emaciato quanto espressivo Noah Wieseman, riesce a tenere lo spettatore in allerta per molti minuti: meno bene nella seconda, quando ci si avvia alle conclusioni, e si ripetono fin troppo momenti già visti in vari classici dell'orrore, come "Poltergeist","L'esorcista", e perfino, per lo spunto, "Possession" di Zulawski. Però il film funziona, eccome, dimostrando per l'ennesima volta che è possibile fare buon cinema anche con mezzi esigui, se le idee girano per il verso giusto. 

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