martedì 4 aprile 2023


 
DIABOLIK ( I, 2021) 

dei Manetti Bros. 

Con LUCA MARINELLI, Miriam Leone, Valerio Mastandrea, Alessandro Roja. 

AZIONE/ THRILLER

Nato nel 1962 e divenuto in brevissimo tempo un vero e proprio fenomeno di costume, lanciando nell'empireo del fumetto internazionale le sorelle Giussani, sue creatrici, che sfidarono i benpensanti dando vita a "Diabolik", una sorta di contraltare a strisce dell'altro mito nascente, però cinematografico, James Bond: come la spia ideata da Ian Fleming, e nello stesso periodo esplosa sul grande schermo con le fattezze di Sean Connery, anche Diabolik è un tipo affascinante, spiccio e seduttivo, che, un po' diversamente da 007, con il suo infallibile pugnale non si pone molti scrupoli a eliminare chi intralcia i suoi propositi di continuare ad arricchirsi rubando anche per sfida le cose più preziose al mondo. Mario Bava, con i finanziamenti di Dino De Laurentiis, riuscì già nel 1968 a trarre un film dalle avventure ribalde del criminale dell'immaginaria città di Clerville, che non andò benissimo all'epoca, per diventare con gli anni una pellicola di culto. I Manetti Bros, in un'era in cui la versione in film dei personaggi dei comics riscuote spesso interesse e successo economico, hanno preso ispirazione da albi effettivamente usciti della collana intestata al ladro e assassino in calzamaglia, hanno ricostruito uno sfondo assai stilizzato che rievoca gli anni Sessanta, tra scenografie, automobili, e anche, se si vuole, dialoghi e maniera di recitare degli interpreti, e questo è il primo capitolo di un'annunciata trilogia. Questo "Diabolik" però, funziona a metà: se va detto che la cura nel rigenerare un immaginario appunto molto particolare, come film d'azione è invece macchinoso e un bel po' statico, senza un'adeguata elaborazione della suspence o accelerazioni degli snodi del raccontoche potrebbero scuotere lo spettatore dall'assistere a un compito diligentemente eseguito, ma senza molta anima, sorvolando poi su inverosimiglianze eccessive anche per un'opera desunta dai fumetti ( una rampa per far saltare un'automobile in piena città?). Nel cast, è un peccato annotare lo spaesamento di un Luca Marinelli, altrove sempre interessante, qui del tutto fuori parte, ingessato e mai credibile nel ruolo del super villain, così come Valerio Mastandrea, nella compassata ostinazione di Ginko, non risulta al meglio: la migliore in campo è Miriam Leone, che imprime sensualità  ed eleganza alla sua Eva Kant dandole spessore e rendendola personaggio vero e proprio.

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