martedì 5 luglio 2022


 
CORRO DA TE ( I, 2022)

DI RICCARDO MILANI  

Con PIER FRANCESCO FAVINO, Miriam Leone, Piero Sermonti, Pilar Fogliati.

COMMEDIA/SENTIMENTALE 

Gianni è un quarantanovenne, come tiene a precisare, top manager di un brand di scarpe sportive, che ha il "vizietto" di inventarsi identità fittizie per sedurre le donne, e scommette spesso con gli amici del circolo esclusivo che frequenta, di riuscire nell'intento di farsi le "prede" femminili nelle situazioni più complicate. Quando conosce la sorella di una bella ragazza che aveva messo nel "mirino", fingendosi paraplegico, continua la messinscena, avendo scommesso con gli amici snob di riuscire nell'intento di sedurre la bella disabile: ovviamente le cose andranno diversamente da come il bellimbusto ha progettato... Anche in questo caso, siamo di fronte a un remake, di una commedia francese di qualche tempo fa, in questo caso, intitolata "Tutti in piedi"; Milani si conferma un regista che realizza cinema medio, e non c'è niente di male, assolutamente, anzi, lavorando su temi interessanti, valorizzando figurine e figurette comprimarie, come usava nella commedia di una volta, per aggiungere sapore ai propri film, e confermando la mano di buon direttore d'attori. Qui, infatti, esalta le corde brillanti di Pierfrancesco Favino, che, ora come ora, è il più eclettico degli attori italiani, abile sia nella commedia come nel dramma, e pure la grazia di Miriam Leone, tra le più intense personalità al femminile del cinema italico oggigiorno. Peccato che nella seconda parte il film, come prevedibile, la butti decisamente più sul sentimentale che sulla commedia, come invece nella prima metà accade, e faccia tutti i passaggi scontati che un film brillante degli anni Sessanta, magari, avrebbe evitato: il personaggio di Favino, che avrebbe fatto la gioia di un Sordi o un Mastroianni al culmine, mai si sarebbe sognato del ravvedimento che lo coglie, in maniera abbastanza sommaria, per amore. E il film, comunque fruibile, con qualche buona occasione di divertimento, diventa, man mano che avanza verso il finale, pervaso da un eccessivo, laccato sprofondare nel dolce, che difficilmente non sfuma nello stucchevole.




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