venerdì 15 ottobre 2021


ORE DISPERATE ( The desperate hours, USA 1955)
Di William Wyler
Con FREDRIC MARCH, HUMPHREY BOGART, Martha Scott, Robert Middleton.
DRAMMATICO
La scena si apre sulla colazione di una famiglia borghese, in cui ognuno si appresta a far partire la sua giornata: il padre legge il giornale prima di andare al lavoro, la madre sistema tutti prima di organizzare le cose da fare durante il giorno, tra casa e fuori, la figlia ha qualcosa da dire ai genitori, il figlio comincia a crescere e a non voler essere più solo il pargoletto. Irrompono poi tre evasi, che metteranno in pericolo tutti, ma sarà anche l'occasione per verificare la tenuta dell'unità familiare e in qualche modo ripartire, dopo la paura e la violenza che entrano nell'abitazione e nelle vite "tranquille" dei componenti della famigliola. William Wyler girò un dramma con lati noir, che si risolve in un confronto tra due maschi alfa, il solido, un po' rigido, rigoroso Fredric March e il duro, ma non spietato, selvatico Humphrey Bogart. La tensione elaborata via via che la situazione progredisce è di buon livello, vedasi la scena in cui, in ufficio, March è gravemente sotto pressione e si gioca moltissimo in una telefonata, mentre il  fidanzato della figlia preme anch'esso per farsi avanti e annunciare il rapporto con la ragazza; ottima la prova del più sadico dei tre "invasori", Robert Middleton, che sfoggia la cattiveria genuina e fiera di sé di un ragazzino malato in un corpaccione d'uomo piuttosto imponente. Bogey, già dalla salute compromessa, indossò questo ruolo senza paura di mostrare rughe e borse in primo piano ( del resto, un detenuto di lungo corso lindo e in ordine sarebbe stato un inciampo non da poco), mentre March offre compostezza, una forza quieta che nonostante il personaggio sia spesso sotto scacco, reagisce con efficacia. Rifatto poi nel 1990 da Michael Cimino con minore riuscita commerciale, innescò un vero e proprio schema da invasione, toccando uno dei non pochi nervi scoperti della società USA.

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