domenica 17 gennaio 2021



 THE PROM ( The Prom, USA 2020)

DI RYAN MURPHY

Con MERYL STREEP, NICOLE KIDMAN, James Corden, Jo Ellen Pellman.

MUSICALE

Prima o poi, i musical di gran successo trovano sempre la via al diventare film: non sempre riscuotono analogo risultato commerciale, ma più di una volta è successo che anche la versione cinematografica divenga campione di incassi o veicolo per premi importanti, come accadde a "Grease" o "West Side Story". Dopo aver riscosso plausi e presenze affollate, con un adattamento riscritto da due dei tre sceneggiatori che avevano creato l'originale, "The Prom" ( nel gergo americano è il ballo tradizionale degli istituti superiori, spesso di fine anno scolastico, che rappresenta l' "ingresso in società") arriva direttamente sulla piattaforma Netflix: cast di lusso, che vede primedonne Meryl Streep e Nicole Kidman ( come successe per il film che fece vincere all'attrice australiana l'Oscar come miglior protagonista), produzione costosa, e temi, pur tra le paillettes e l'allegria delle opere musicali broadwayane, anche importanti, come l'omosessualità e la reazione degli altri all'outing. Diretto dal produttore Ryan Murphy, colui che spesso è stato dietro a serie tv molto importanti degli ultimi vent'anni, come "Nip/Tuck" e "American Horror Story", risente di una regia non originalissima, di canzoni che alla lunga risultano un pò tutte molto simili, e di qualche faciloneria che negli anni della "New Hollywood" sarebbe stata risolta ben altrimenti: su tutte la madre di una delle due ragazze che stanno insieme, paladina di un movimento ultraconservatore, che nell'arco di una notte, cambia diametralmente atteggiamento e "perdona" la figlia, anzi, dandole la sua approvazione.Streep, Kidman e il resto della compagnia ballante e cantante sembrano spassarsela eccome, ma anche il casting non è indovinatissimo: se Nicole come single acerrima non è credibilissima, anche il preside che capitola per la diva Meryl è esageratamente più giovane per rendere il corteggiamento tra i due verosimigliante. E alla fine circola un senso di forzatura, che non fa benissimo al risultato complessivo.

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