martedì 11 agosto 2020

 Il Grande Salto RecensioneIl grande salto - Sentieri Del Cinema

IL GRANDE SALTO

( I, 2019)
di Giorgio Tirabassi
Con GIORGIO TIRABASSI, RICKY MEMPHIS, Roberta Mattei, Gianfelice Imparato.
COMMEDIA/DRAMMATICO
Giorgio Tirabassi è da anni attore di teatro e divenuto famoso per aver ricoperto un ruolo importante in diverse stagioni della serie Mediaset "Distretto di polizia", ma al cinema non ha avuto molte buone occasioni per imporre anche sul grande schermo il suo talento: interprete capace, ed abile a rendere una "normalità" che viene assorbita facilmente dal pubblico, si è deciso a debuttare da regista e dirigersi da solo. Nella storia che vede due personaggi marginali della malavita romana dannarsi per cercare la svolta che finalmente compenserebbe una vita perlopiù sprecata, si ha modo di assistere alla piccola odissea tragicomica che include anche una scarica di fulmine, una rapina "soffiata" ed un miracolo al contrario: due disgraziati che non sarebbero dispiaciuti a Sergio Citti, ma che in segreto si compatiscono l'un l'altro ed allo stesso tempo si vedono ognuno come lo specchio peggiorativo di sè. Le pecche maggiori de "Il grande salto" sono quel finale apparentemente ottimista e troppo spinto da ellissi che rimangono oscure, e quella sua indecisione di fondo, se essere un dramma con qualche venatura ironica, oppure una commedia dell'assurdo che lascia spazio all'amarezza. Perché tante gliene capitano, a Nello, che cerca compagnia femminile sulle chat ma manda regolarmente tutto all'aria perchè è un disadattato con le donne, e a Rufetto, che cerca di darsi una prospettiva familiare, ma la propria natura lo devia puntualmente, che per forza il film punta a rifarsi alle grandi commedie di un tempo, con i vari Tognazzi, Sordi, Manfredi, Gassman, impegnati a cercare di sfangarla mentre tutto giocava loro contro. Fanno apparizioni brevi vari volti famosi, da Mastandrea a Giallini, per dar supporto ad un'operina volenterosa e qua e là riuscita nel far sorridere e riflettere lo spettatore, ma che necessitava di trovare un equilibrio narrativo maggiore: e dire che come ritmo, qualità delle inquadrature e allestimento, Tirabassi sembra sapere il fatto suo. Aspettiamolo ad una seconda prova.

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