lunedì 9 settembre 2019

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MARTIN EDEN ( I/F, 2019)
DI PIETRO MARCELLO
Con LUCA MARINELLI, Jessica Cressy, Carlo Cecchi, Carmen Pommella.
DRAMMATICO
Un classico della letteratura, poco visitato dal cinema, "Martin Eden" ha ispirato anche uno sceneggiato di una certa importanza, realizzato in Italia alla fine degli anni Settanta: tra i grandi romanzi di Jack London, forse anche per la componente politica piuttosto accesa, nel suo fustigare l'inevitabile classismo di una società moderna, rivive oggi, ambientato in una Napoli fuori dal tempo. Perchè se in alcuni momenti la storia può sembrare collocata negli anni Settanta, in alcuni inserti è plausibile scorgerci i primi Ottanta, anche se nel finale si parla di una guerra appena scoppiata, e sulla spiaggia ci sono dei tizi vestiti da fascisti. La regia di Pietro Marcello inserisce canzoni come "Voglia 'e' turnà" di Teresa De Sio, filmati in super8, stralci di colore locale partenopeo, ma tiene salda l'attenzione sul racconto del giovane Martin Eden, marinaio che per casualità salva da un pestaggio un rampollo dell'alta società, viene introdotto in casa di questi, e nasce un innamoramento reciproco tra il protagonista e la graziosa sorella del ragazzo. Venuto su senza cultura alcuna, Eden si mette a recuperare per avere la possibilità di non perdere la ragazza, anche se, ovviamente, viene osteggiato dalla famiglia abbiente: racconto amaro sullo sgorgare degli ideali e su come, se infranti, diventino un veleno devastante, il film ha forse qualche eccesso registico, nell'appunto voler insistere nel corteggiare uno stile che tiene conto di sperimentalismi un pò forzati, ma l'analisi lucida, tagliente e senza riguardi, miscelata alla narrazione corposa, tipica dei classici veri, dei rapporti tra società e individui, tra anarchici veri e presunti, fanno di "Martin Eden" uno dei purtroppo non molti, dichiarati, casi di cinema politico italiano di questi anni. Premiato con una meritoria Coppa Volpi all'appena concluso festival veneziano, Luca Marinelli si conferma interprete intenso e maiuscolo, credibile sia nei toni sommessi che in quelli furibondi, attore da mezzi toni o istrione a pieno schermo, e fa piacere ritrovare un ottimo Carlo Cecchi nel ruolo del mentore di Eden, che involontariamente diviene un padre spirituale nel bene e nel male per il protagonista. 

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