domenica 7 agosto 2016


GHOSTBUSTERS ( Ghostbusters, USA 2016)
DI PAUL FEIG
Con MELISSA MCCARTHY, KRISTEN WIIG, Kate McKinnon, Leslie Jones.
FANTASTICO/COMMEDIA
Trentadue anni fa l'Estate americana fu sconquassata dal boom di "Ghostbusters", e benchè qua in Italia non sia nata un'analoga mania, dovemmo attendere fino al Febbraio seguente per poter assistere alle avventure fantastiche del quartetto di cialtroni che si trasformano in eroi fermando un'invasione di spiriti decisi a infestare New York e forse il mondo tutto.  Da anni si parlava di un terzo capitolo rimandato tante volte, progettato in varie maniere, dopo il poco soddisfacente numero 2 del 1989, finchè non si è pensato di girare un vero e proprio reboot, ma al femminile: quindi questa volta son di scena le Acchiappafantasmi, su uno spunto richiamante l'originale, ma in più punti diverso. Paul Feig, specialista in commedie pseudodemenziali in rosa, richiama la fedelissima Melissa McCarthy, le mette accanto tre attrici provenienti dal "Saturday Night Live" e sceglie per loro un segretario paradossalmente inutile e tocco, interpretato con vivace ironia dal bello Chris Hemsworth ( è la trovata migliore del film). Avversato in Rete da molti aficionados dell'originale, non sta andando male al box-office, ma non ripete l'exploit dell'84: il fatto è che, seppure sia possibile che ne vedremo dei sequel, questo nuovo "Ghostbusters" non funziona. Al di là dei cameo de luxe degli originali protagonisti, e la partecipazione nel ruolo del sindaco ambiguo di Andy Garcia, le battute che fecero la fortuna della pellicola con Bill Murray, Sigourney Weaver ( "Cani e gatti che vivono insieme!", "Venimmo vedemmo e.... ", "Vuoi tu questo corpo?" "E' una domanda-trabocchetto?"?") latitano proprio, e impera un sessismo al femminile abbastanza bislacco e volgarotto, in quanto non c'è un personaggio maschile affidabile, intelligente o per bene. E quanto agli effetti speciali, se quelli del primo film furono in un certo qual modo memorabili, qua niente che rimanga particolarmente impresso. Senza acredine, ma un'occasione blandamente persa. 

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