mercoledì 22 ottobre 2014


IL GIOVANE FAVOLOSO (I,2014)
DI MARIO MARTONE
Con ELIO GERMANO, Michele Riondino, Massimo Popolizio,Anna Mouglalis.
DRAMMATICO
Raro, oggi come oggi, un film italiano su un personaggio celebre della cultura nostrana, prodotto con tutti i crismi di una serissima confezione di prim'ordine,ed è una bella cosa la risposta del pubblico,che ha fatto incassare oltre un milione e mezzo di euro a "Il giovane favoloso":presentato all'ultimo festival veneziano con ampio interesse dei media,e supposto tra i maggiori candidati ad aggiudicarsi premi importanti,come invece poi non è andata. Martone,nelle interviste,ha detto che intendeva dare un ritratto fuori dagli schemi di un gigante della letteratura ,solitamente descritto come un dolente e depresso, che ha scritto poesie e parole di una bellezza magnifica: vero, perchè il Leopardi raccontato da questo film è un giovane di genio, sensibilissimo, mortificato dalla malattia,che ne lese la spina dorsale e le ossa, fino a deformarlo tremendamente,ma vivo, rabbioso, furente e appassionato. E perciò, per buona parte della proiezione,si assiste a un film bello, febbrile, che narra un'intelligenza troppo all'avanguardia per soggiacere ai lacciuoli,alle costrizioni e ai limiti di un'esistenza alto-borghese, ma ottusa, nonostante la gran varietà e qualità dei testi della biblioteca domestica:peccato che nell'ultima mezz'ora,nonostante tutti i meriti di pellicola,regia,sceneggiatura e cast, si avverta in maniera ineluttabile di un'eccessivo dilungarsi della proiezione, di una lunghezza probabilmente non necessaria, a definire l'irrequietezza implacabile di un'urgenza di vita,di conoscenza e d'amore, che non poteva conoscere pace. Straordinario Elio Germano,che presta una consapevolezza del proprio fardello,di fin troppa intelligenza, amalgamata ad una rabbia giovane e tenace, ma c'è da apprezzare anche il resto del cast, dalla durezza del padre Monaldo di Massimo Popolizio,alla sensualità sapida di Anna Mouglalis, la spavalderia non banale di Michele Riondino,la facondia del Giordani di Valerio Binasco. Mancava poco a farne un capolavoro, ma l'effetto ridondanza arriva a un certo punto, e non molla più lo spettatore.

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