IL GRANDE DUELLO ( I, 1972)
DI GIANCARLO SANTI
Con LEE VAN CLEEF, Peter O'Brien ( Alberto Dentice), Horst Frank, Klaus Grunberg.
WESTERN
Lee Van Cleef fu "ripescato" dalla cinefilia di Sergio Leone, che lo ricordava come uno dei tre bravacci che accompagnano il fuorilegge che sfida Will Kane in "Mezzogiorno di fuoco", per schierarlo accanto a Clint Eastwood nel bel ruolo del colonnello Mortimer in "Per qualche dollaro in più"; negli anni seguenti, l'attore dagli occhi dal taglio orientaleggiante interpretò numerosi western in parti da protagonista, o comunque dividendo con l'interprete principale i manifesti. Ne "Il grande duello" è il primo personaggio, un ex-sceriffo che si associa ad un tizio che si gioca la pelle contro alcuni pistoleri, accusato di aver commesso un omicidio anni prima: anche se, ovviamente, la verità è un'altra. Girato nei luoghi canonici degli spaghetti-western, "Il grande duello" non figura tra i peggiori esempi di quell'ondata abbondante di seguaci leoniani: però la regia di Santi è impersonale, e del cast, Van Cleef è l'unico a risultare in qualche modo convincente, anche perchè Peter O'Brien, nome d'arte di Alberto Dentice, intuì che la propria strada era un'altra, ed infatti abbandonò il cinema per darsi al giornalismo. Le musiche di Luis Bacalov, tra le cose migliori della pellicola, furono riprese da Quentin Tarantino per essere inserite nella colonna sonora di "Kill Bill": in chiaro stile morriconiano, con tanto di presenza della vocalist Edda D'Orso, sono probabilmente tra le migliori musiche del genere, escludendo quelle del capostipite Ennio.
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