IL FILO NASCOSTO ( Phantom thread, USA 2017)
DI PAUL THOMAS ANDERSON
Con DANIEL DAY-LEWIS, VICKY CRIEPS, Lesley Manville, Brian Gleeson.
DRAMMATICO
Abituato a centellinare, da divo vero, le proprie sortite su schermo, Daniel Day-Lewis, forte di tre Oscar vinti in carriera, come nessun altro vivente, ha annunciato nel Giugno scorso che questa sarà la sua ultima interpretazione cinematografica. Tornato a lavorare con Paul Thomas Anderson, con cui girò l'acclamato (giustamente) "Il petroliere", Day-Lewis è qui un sarto di altissimo livello, che nella Gran Bretagna degli anni Cinquanta realizza abiti per nobildonne, dame facoltose, e perfino regnanti. Come molti genii, è concentratissimo sulle proprie creazioni, inarrivabile sul proprio campo, ma umanamente assai discutibile: lascia il compito di congedare le proprie amanti alla sorella che gli fa da socia e assistente, ma quando entra in gioco una giovane donna che lo ama perdutamente, ma gli tiene testa, molto si complicherà. Sei candidature agli Oscar, tra le quali quella al film, alla regia, a Day-Lewis e a Lesley Manville che interpreta la sorella-ombra del protagonista, "Il filo nascosto" è un film di atmosfere dense, di recitazione intensa, ma, soprattutto rispetto alle opere precedenti di Anderson, è un lavoro formalmente ineccepibile, ma molto freddo, con un passo assai lento, sebbene parli di una storia d'amore, sebbene piuttosto sui generis. A un passo da un rapporto sadomasochistico, mette in scena tensioni forti, ma senza coinvolgere lo spettatore, assegnando ruoli che si ribaltano ai due personaggi principali, cogliendo magari l'essenza di un sentimento di dipendenza, più che formato su una passione vera e propria, ma mettendoci davvero troppo a quagliare e svelare quel che è, all'osso, la natura di tale relazione. Scostante a oltranza, il Reynolds di Day-Lewis è un personaggio ben reso dall'attore britannico, ma come chiosa finale di una carriera unica, poteva scegliere altro; meglio i due personaggi femminili, in competizione ma anche in intesa, attorno ad un carattere tagliente e distante, quasi impossibile da gestire, ed in questo senso lasciano maggiormente il segno Vicky Crieps e Lesley Manville.
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