LA FINE ( How it ends, USA/CAN 2018)
DI DAVID M. ROSENTHAL
Con THEO JAMES, Forest Whitaker, Kat Graham, Kerry Bishé.
FANTASCIENZA
Che sta succedendo sulla costa Est degli Stati Uniti? Recatosi sul lato opposto per affrontare i suoceri, con cui non ha un buon rapporto, per comunicare loro che la figlia, con cui egli vive, è incinta, Will viene messo alla porta dopo un contrasto con il suocero, ex militare di carriera: al telefono con la compagna per raccontarle la sua versione del dissidio, sente la ragazza agitarsi, poi la comunicazione si interrompe. E' solo l'inizio di una situazione sempre più paradossale: i voli vengono annullati, l'esercito irrompe nelle strade, non c'è modo di sapere dai media cosa stia realmente accadendo dall'altro lato degli States. Nonostante le avversità,e la diffidenza reciproca, Will e il suocero si avventurano in un viaggio in auto per raggiungere la ragazza che temono in pericolo: sarà una vera e propria odissea, tra bande di desperados e cataclismi vari, lungo tutta l'America del Nord. Uscito direttamente su Netflix, questo film di fantascienza d'azione è piuttosto curato nell'allestimento degli effetti speciali, che ricordano da vicino quelli dei film catastrofici più celebri, come "Terremoto" o "The day after tomorrow", e si fa seguire senza annoiare per la maggior parte della sua durata: certo, immaginare che in un lasso di tempo così esiguo si formino bandacce alla "Mad Max", che non esista in pratica più un ordine costituito, è abbastanza arbitrario, e che nessuno sappia spiegare cosa stia accadendo, nell'era di Internet, o ci si avvicini almeno, è curioso. On the road misto a genere apocalittico, con un alone di western moderno e uno sfondo fantascientifico, "La fine" viaggia, purtroppo, a mano a mano che la storia procede, la sceneggiatura si dimentica di giustificare gli sviluppi del racconto, fino a giungere ad un finale improponibile. Theo James, che stanno provando a lanciare come uno dei nuovi belli hollywoodiani del cinema d'azione è diligente, ma ovviamente il veterano Forest Whitaker, anche con il pilota automatico, come in questo caso, lo lascia di parecchie lunghezze indietro.
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