martedì 21 agosto 2018

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SHARK- Il primo squalo ( The Meg, USA/CN 2018)
DI JON TURTELTAUB
Con JASON STATHAM, LI BINGBING, Cliff Curtis, Rainn Wilson.
AVVENTURA/FANTASCIENZA
Dall'uscita, vent'anni fa, del romanzo "MEG" di Steve Alten, best-seller in USA e nel mondo, al punto da generare cinque seguiti ( da noi non ha attecchito granchè), veniva progettata la versione cinematografica, che avrebbe dovuto rinverdire i fasti dei film con animali pericolosi che, a partire da "Lo squalo", intrattennero le platee spaventandole per quasi tutti gli anni Settanta. Dopo esser passata per le mani di Eli Roth, uscito dal progetto per disaccordi sulla resa della storia (probabilmente il regista di "Cabin fever" avrebbe indugiato maggiormente sui particolari splatter), la pellicola è divenuta la più costosa con Jason Statham per protagonista, e affidata al professionista Jon Turteltaub. Rispetto al libro, variano non poche cose, anche perchè, per quanto sia un romanzo epidermico, il testo di Alten è ben scritto e abile nel miscelare azione e tensione: cambia il modo in cui lo squalo preistorico sale dall'abisso verso le acque più calde della superficie, e anche altre parti cruciali della storia non sono le stesse, compresi personaggi che spariscono, ma è prassi abbastanza comune negli adattamenti per il cinema. Certo, Turteltaub è, nè più nè meno, come altri registi che sanno impostare un film per grandi platee, come Roger Donaldson, o George Pan Cosmatos, senza lasciare gran traccia personale, e segue diligentemente le istruzioni della produzione: ad una prima parte interessante, in cui il maxi-squalo, da vera primadonna, latita e fa avvertire soltanto la sua presenza, e vengono esaltate le belle scenografie a disposizione, ne segue una  seconda più risaputa, con gli assalti del mostro agli umani. La sensazione maggiore è che si è voluto accontentare troppa gente, vedi il mercato asiatico, ormai imprescindibile per le grosse produzioni americane ( questa è una co-produzione, ma in quasi tutti i kolossal USA degli ultimi cinque anni c'è almeno un personaggio di spicco asiatico), e se il gioco era voler spaventare gli spettatori, le incursioni del colossale predatore sono fin troppo edulcorate per impressionare, e il classico di Spielberg di ormai quarantrè anni fa è ancora inarrivabile. Al solito, Statham è un eroe d'azione con una riserva di ironia abbastanza consistente, e non ci sarebbe da stupirsi troppo, se tra qualche decina d'anni, i suoi film (comunque quasi mai inguardabili davvero, come quelli di suoi colleghi alla Steven Seagal, Chuck Norris, o pure Antonio Banderas-versione action...) fossero considerati alla stregua delle pellicole d'azione di Charles Bronson o di Jean-Paul Belmondo, oggi piccoli classici del genere.

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